Ogni giorno nel nostro Paese si aggiunge un fatto politico che assalta la Costituzione, che indebolisce la democrazia, che colpisce il diritto di informare e di essere informati.
Interviene la Corte dei Conti sul Ponte che dovrebbe unire la Calabria alla Sicilia, la prima reazione a caldo dei rappresentanti del Governo: “La Corte dei conti non funziona, è politicizzata, cambiamola”. Poi un passo indietro: “Troveremo una soluzione”. Quando i media, in particolare i tg, faranno sentire agli italiani cosa pensano i calabresi e i siciliani del Ponte di Messina? Per questo Governo di destra destra i cittadini non rappresentano una priorità.
Il Parlamento approva la riforma della Giustizia con la separazione delle carriere fra giudici e pm, la modifica del Csm, mentre il potere disciplinare, secondo la legge, verrà affidato ad una Alta Corte. Colpito e affondato il potere di controllo che la magistratura deve svolgere.
Dopo il voto i parlamentari di Forza Italia in piazza Navona per dedicare la riforma a Silvio Berlusconi – “lui che tanto si era battuto per realizzarla” – dimenticando che i suoi tentativi di riforma avevano come obiettivo: salvare i suoi interessi e evitare le condanne.
Dall’ex Cavaliere è facile passare all’assalto alla libera informazione, a chi fa giornalismo d’inchiesta denunciando corruzione e fatti che riguardano l’economia, la politica e la criminalità organizzata, lui che fece l’editto bulgaro decretando la chiusura dei programmi di Biagi, Santoro, Luttazzi.
Colpire in particolare con cause temerarie i programmi d’inchiesta significa non solo impedire ai cittadini di essere informati, ma attentare all’articolo 21 della Costituzione mettendo a rischio la democrazia. È ciò che sta accadendo ormai da alcuni anni a Sigfrido Ranucci e alla redazione di Report. La reazione a caldo della maggioranza di Governo dopo la bomba è stata di maniera, nessuna delle promesse sono state mantenute anzi, oggi Report è più che mai sotto osservazione, non a caso la trasmissione è stata sanzionata per 150 mila Euro dal Garante della Privacy per aver trasmesso l’audio della telefonata tra l’ex ministro Sangiuliano e la moglie nei giorni del caso Boccia. Qualche giorno prima della sanzione un consigliere della Authority di Fratelli d’Italia è stato ripreso mentre entrava nella sede del partito, a prendere ordini da Arianna Meloni? Poco importa la motivazione, lui che dovrebbe ricoprire un ruolo sopra le parti, entrando nella sede di Fratelli d’Italia ha dimostrato di non esserlo, di conseguenza è lecito dubitare delle motivazioni usate per la sanzione.
In questi giorni ricorreva la marcia su Roma di Mussolini e dei suoi camerati. In diverse località, a cominciare da Predappio, il reato di apologia di fascismo si è sprecato, in particolare nella sede di Fratelli d’Italia a Parma, saluti romani, viva il Duce e canti più volte ripetuti: “camicia nera trionferà, se non trionfa sarà un macello col manganello e le bombe a man”.
Ormai gli episodi nazifascisti si stanno moltiplicando compreso atti di vandalismo come a Genova in una scuola occupata, aule distrutte, svastiche sui muri, urla: “Viva il Duce”. Questi giovani godono di protezioni, l’apologia di fascismo viene raramente applicata, un esempio è dato dall’inchiesta dello scorso anno di Fanpage sui giovani di Fratelli d’Italia, a proposito: che fine ha fatto?
Fonte: Articolo 21



