
Fu ucciso quando aveva 25 anni, Giovanni Spampinato.“L’Ora” il giornale per cui lavorava titolò: “Assassinato perché cercava la verità”. Giovanni era corrispondente da Ragusa per quel quotidiano siciliano e oggi a quarant’anni dalla sua morte, il Centro Studi ‘Feliciano Rossitto’, la sezione di Ragusa dell’Assostampa e l’Aiga di Ragusa promuovono un incontro per ricordare il cronista. A ricordarlo, fra gli altri il giornalista Franco Nicastro, l’avvocato Gaetano Barone e dell’ex segretario regionale del Pci dell’epoca Achille Occhetto. I lavori sono stati aperti dal presidente del Centro Studi Giorgio Chessari.
“Giovanni Spampinato – ha detto il segretario dell’ Assostampa iblea, Gianni Molé,- scompaginò ruoli e modi dell’informazione ragusana in una provincia che tutti definivano ‘babba’, ma solo per chi non voleva vedere cosa ci fosse oltre la siepe, oltre il perbenismo ovattato, cortina fumogena che nascondeva traffici di ogni tipo”. Franco Nicastro ha ripercorso quei giorni drammatici dell’assassinio.”Giovanni Spampinato – ha detto – era un collega che voleva fare semplicemente il giornalista. Un giornalismo di verità e di inchiesta come dovrebbe essere normale, invece di un giornalismo omologato”. “Quando celebriamo Spampinato – ha detto Occhetto – bisogna togliere i veli alla stagione stragista che ci fu in quegli anni in Italia: dalla strage di piazza Fontana all’Italicus”.
Eversione nera, mafia e traffici illeciti. E poi un omicidio sul quale Giovanni Spampinato non fece passi indietro e continuò a scrivere tutte le notizie che riceveva. Non lo fecero i suoi colleghi, non lo fecero per molti anni ancora. (clicca qui per leggere la storia di Giovanni Spampinato). Un delitto ancora avvolto nel mistero, per alcuni aspetti, quello di Giovanni e soprattutto una memoria scomoda che per molti anni rimase consegnata all’oblio e all’indifferenza. E’ soprattutto grazie all’attento lavoro del fratello, Alberto, giornalista e scrittore e oggi direttore di “Ossigeno” – Osservatorio sui cronisti minacciati e le notizie nascoste, che il caso è tornato all’attenzione dell’opinione pubblica. Un lungo lavoro di ricostruzione che passa attraverso l’impegno di giovani colleghi come Roberto Rossi e Luciano Mirone, due scrittori siciliani che fra gli altri hanno dato il loro contributo a raccontare la storia di questo giovane cronista della provincia ilblea.
Da quel dolore è nato, animato proprio dal fratello di Giovanni Spampinato, un Osservatorio che ha l’obiettivo di evitare l’isolamento dei giornalisti minacciati o costretti a tacere notizie per paura di ritorsioni. Un fenomeno, questo, a lungo rimasto sotto traccia anche negli organismi di categoria e che oggi è invece un fenomeno all’attenzione della politica, dei mass media e dell’opinione pubblica. Ma soprattutto degli stessi giornalisti, che per anni hanno preferito tacere o non vedere cosa accadeva nella propria categoria.
(Nei prossimi giorni on line una intervista al direttore di “Ossigeno” – Alberto Spampinato raccolta da Libera Informazione sul rapporto dell’Osservatorio 2012).



