Oggi, 15 settembre, inizia un’altra sfida per la mia famiglia. Dopo la terribile sentenza del 30 gennaio in Cassazione, domani comincia il processo in Appello bis per Nino Madonia, imputato questa volta solo per l’omicidio di mio zio Nino, dato che per l’omicidio di mia zia Ida è subentrata la prescrizione.
Sono tantissimi i pensieri che mi passano per la mente. Il primo è rivolto ai miei nonni, che non hanno mai ottenuto giustizia in vita e che hanno stravolto la loro esistenza solo affinché un giorno potesse essere aperto un processo per il crudele assassinio di loro figlio e della loro nuora in attesa del primo figlio.
Poi il pensiero, ovviamente, si sposta su Nino e Ida. Com’è possibile che siano trascorsi 36 anni e che in questo Paese ancora non si riesca a dare pace alle salme di questi due ragazzi, la cui vita è stata spezzata troppo presto?
Com’è possibile che in questa Italia chi ha servito valorosamente il Paese e ha dato la vita per esso non veda riconosciuta la verità sulla sua morte, solo per coprire i servitori infedeli di quella parte di Stato marcio che mio zio e tantissimi altri hanno provato a combattere?
La mia famiglia ha sopportato tanto e abbiamo sempre atteso che la giustizia facesse il suo corso, nonostante avessimo capito che, in casi come questo, non ci sarebbe stata garantita pienamente, come invece dovrebbe accadere in uno Stato democratico e di diritto quale siamo. Abbiamo atteso ponendo la massima fiducia in quelle valorose donne e uomini dello Stato che si sono spesi con il massimo impegno e sforzo per darci quel diritto alla verità che ci è sempre stato negato.
C’è chi vorrebbe che questa verità non emergesse mai, c’è invece chi non vorrebbe che noi ottenessimo giustizia, anzi, ne gioirebbe, preferendo vedere mafiosi assolti piuttosto che vederci con l’anima in pace. A loro rispondo che non ci faremo mai piegare. Finché continuerà a esserci un barlume di speranza, continueremo a lottare, a portare avanti la battaglia per la verità.
Continueremo finché non avremo quelle verità che ancora ci mancano, quelle che oltre l’80% dei familiari non ha per i propri cari. Questi delitti impuniti macchiano il nostro Paese e la nostra democrazia con il sangue dei nostri caduti. Solo quando avremo delle reali verità potremo definirci uno Stato di diritto, uno Stato in cui finalmente potremo essere Liberi.
Domani inizierà questo nuovo processo. Non so come andrà a finire, non so se riusciremo a ottenere finalmente verità e giustizia. So solamente che noi non abbiamo mai arretrato e non ci siamo mai fatti calpestare la nostra dignità rifiutando ogni tipo di compromessi.
Domani al nostro fianco ci saranno Augusta, Vincenzo, Nino e Ida, che continueranno a indicarci la via.
Fonte: 19luglio1992.com



