Articolo 21 ha incontrato nella consueta riunione del lunedì mattina, il senatore Roberto Scarpinato per esprimergli solidarietà in seguito all’aggressione di inaudita violenza verbale subita per bocca di Massimo Giletti durante la trasmissione Lo Stato delle cose della settimana scorsa.
Il confronto è stato utile per ricostruire il senso di quanto sta avvenendo in Commissione parlamentare antimafia da quando, sotto la guida istituzionale della on. Chiara Colosimo e quella occulta dell’ex gen. Mori, è iniziata una manovra senza precedenti volta a riscrivere la storia delle stragi terroristico-mafiose del biennio 1992-1993.
Un tentativo che mira a rimuovere dalla scena del crimine qualunque soggetto che riconduca ai nuovi assetti di potere usciti vincenti dal terremoto che ha apparentemente chiuso con la “Prima Repubblica”, consegnando alla storia d’Italia una interpretazione a dir poco riduzionista legata alla volontà di Cosa Nostra di impedire l’inchiesta sugli appalti in Sicilia.
Una lettura liquidatoria ed inaccettabile che pure non ha impedito al sen. Scarpinato di ribadire che il punto non è tanto quello di opporsi ad eventuali nuovi approfondimenti legati al lavoro che venne fatto dalla Procura di Palermo sulla vicenda “mafia-appalti” (“indagassero pure!”), quanto opporsi al rifiuto imposto dalla maggioranza a trazione meloniana di analizzare contemporaneamente altri aspetti sicuramente rilevanti.
Nessuna attenzione infatti è stata data in questi due anni alla memoria di oltre cinquanta pagine depositata dal sen. Scarpinato nel Settembre del 2023, così come nessuno spazio è stato dato durante le audizioni più significative a chi, come il deputato dem. Peppe Provenzano, ha cercato di porre domande sul rapporto tra politica e mafia nelle stragi del 1992-1993.
Per tacere, aggiungiamo noi, delle risposte vergognose date al sen. dem. Walter Verini, allorquando questi lesse in audizione la trascrizione delle intercettazioni telefoniche tra De Donno e Dell’Utri e tra De Donno e Mori.
Non meno dura è stata la riflessione che il sen. Scarpinato ha dedicato alla proposta di legge incardinata in Senato e che potrebbe andare al voto già da domani che punta a sanzionare con la astensione obbligatoria dai lavori della Commissione antimafia il parlamentare che si trovi in presunto conflitto di interessi.
Una proposta di legge che ha fatto “saltare sulla sedia” due eccellenti costituzionalisti presenti alla riunione, il professor Zaccaria e la professoressa Calvano, i quali hanno immediatamente ravvisato gravi profili di illegittimità costituzionale, per altro denunciati anche durante le poche audizioni ammesse in Senato.
Una proposta di legge “contra personam” che ricorda l’assalto normativo ai danni di Gian Carlo Caselli di vent’anni fa: il lupo, insomma, a volte perde il pelo, ma più spesso nemmeno quello.
* Presidente Articolo 21 Piemonte



