Il 25 novembre 1985, nella centralissima via Libertà, all’ incrocio di piazza Croci, un’alfetta dei Carabinieri di scorta ai giudici Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta, travolge una folla di studenti e studentesse del Liceo Classico Meli di Palermo che si trovava sotto la pensilina, in attesa dell’autobus che li avrebbe riportati a casa. L’incidente causò numerosi feriti e due morti: Biagio Siciliano, di anni 14, frequentante la IV D, che morirà sul colpo e Maria Giuditta Milella, di 17, frequentante la III B, che perderà la vita il 2 dicembre del 1985. Biagio e Giuditta sono vittime di un clima divenuto irrespirabile e delle stringenti misure di protezione rese necessarie dalla pressione esercitata da Cosa nostra.
Due gli appuntamenti previsti per martedì 25 e mercoledì 26 novembre e organizzati dal Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, l’Ottava Circoscrizione del Comune di Palermo e la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa di Palermo (CNA):
Martedì 25 novembre alle ore 10.00, presso la targa commemorativa di Via Libertà – Fermata Libertà-Croci – è previsto un momento di condivisione per fare memoria di Biagio e Giuditta a quarant’anni da quel tragico incidente insieme agli studenti e le studentesse del Liceo Classico Internazionale Statale “G. Meli” e dell’Istituto Comprensivo statale “Politeama” di Palermo.
Saranno presenti: Vincenzo Siciliano, fratello di Biagio; Leonardo Guarnotta, già magistrato; Roberto Puglisi, giornalista; Giuseppe Glorioso, segretario CNA Palermo; Vittorio Teresi, presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino; Mari Albanese, presidente della Commissione cultura dell’Ottava circoscrizione; Marcello Longo, presidente dell’Ottava circoscrizione di Palermo.
Nel ricordare Biagio e Giuditta, vogliamo trasformare la memoria in un momento di riflessione attiva e condivisa. La commemorazione diventa così occasione per interrogarsi sul presente della città, sulle sfide sociali e culturali che Palermo oggi si trova ad affrontare, e sulla necessità di costruire risposte collettive fondate sulla responsabilità, sulla partecipazione e sul rispetto dei valori civili.
Mercoledì 26 novembre alle ore 10.00, presso il Convitto nazionale “Giovanni Falcone” (Piazza Sett’Angeli n.3), si terrà l’incontro dal titolo “Oltre la paura: educare alla convivenza. Costruire fiducia e legami per città più giuste”.
Interverranno: Concetta Giannino – Rettrice e Dirigente del Convitto Nazionale “Giovanni Falcone”; Vittorio Teresi – Presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino; Mari Albanese – Presidente della Commissione Cultura dell’Ottava Circoscrizione del Comune di Palermo; Lia Sava – Procuratrice generale presso la Corte D’Appello di Palermo; Antonello Cracolici – Presidente della Commissione parlamentare antimafie ARS; Salvo Di Paola – Comico; Rappresentanti delle studentesse e degli studenti.
La violenza e il degrado urbano non nascono nel vuoto. Sono l’esito di processi complessi che intrecciano diseguaglianze, marginalità, povertà educativa, mancanza di prospettive e isolamento sociale. Palermo, come molte altre città italiane, europee ed extraeuropee, è attraversata da contraddizioni che trovano nel disagio delle periferie uno dei punti più fragili del tessuto urbano.
Accanto al necessario lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, serve una strategia più ampia, capace di agire su più piani in modo coordinato e continuativo. Occorre potenziare i servizi educativi e socio-culturali, consapevoli che i risultati di tali investimenti non sono immediati, ma rappresentano l’unica via per una trasformazione reale e stabile.
I social network e le piattaforme digitali rappresentano oggi potenti veicoli di messaggi di violenza, sopraffazione e disprezzo dell’altro, che spesso si traducono in comportamenti antisociali o reati gravi. Contrastare questi fenomeni richiede un lavoro culturale profondo, fatto di educazione alla cittadinanza, alla responsabilità e alla consapevolezza dei linguaggi digitali.
È necessario creare un’alternativa di bellezza al degrado, un contesto che offra modelli positivi e riferimenti credibili, a partire dalle fasi primarie dello sviluppo della persona. Le scuole, le parrocchie, le associazioni, il terzo settore e le comunità educanti sono già oggi presìdi fondamentali nei territori, ma devono essere messi in condizione di operare con continuità, con l’adeguatezza di risorse economiche e una visione realmente condivisa da tutti gli attori in campo. Quando le istituzioni rinunciano a questi compiti, i bisogni delle persone trovano altri riferimenti: la criminalità, le economie sommerse, i gruppi di potere informale. Restituire dignità e opportunità ai territori significa dunque restituire cittadinanza e sicurezza. Ripartire dalle periferie, investendo su cultura, educazione, lavoro e bellezza, è la condizione imprescindibile perché Palermo — e ogni altra città — possa dirsi davvero sicura.
Siamo convinti che solo un’azione pubblica integrata, che tenga insieme repressione del crimine e promozione della giustizia sociale, può restituire fiducia e futuro alle comunità.
Centro Studi Paolo e Rita Borsellino




