Caso Paragon, accertamenti su giornalisti spiati. Ordine e Fnsi: fiducia nella Magistratura

Intercettazioni paragon

“In questa delicatissima fase delle indagini sullo spionaggio illegale perpetrato a danno di diversi giornalisti italiani, Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritengono di dover bilanciare l’imprescindibile esercizio del diritto di cronaca, nel rispetto dell’onere di segretezza sugli accertamenti investigativi disposti dalle Procure di Roma e Napoli. Con questo spirito, intendiamo ribadire il pieno sostegno al meritorio lavoro degli inquirenti che hanno mostrato di cogliere in pieno la gravità e la solidità della denuncia presentata dall’Ordine dei Giornalisti e dalla FNSI sull’utilizzo illegale dello spyware Graphite. Confidiamo che l’inchiesta giudiziaria saprà rispondere, in tempi rapidi, alle domande che Ordine dei Giornalisti e FNSI hanno posto immediatamente: quanti sono realmente i giornalisti spiati? Da chi? E perché?”.

Lo affermano con una nota congiunta l’Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa


Paragon: Copasir faccia chiarezza sulla inquietante vicenda di spionaggio ai giornalisti

Non lasciar cadere il dossier, si volevano colpire le fonti?                             

“Chiediamo al Copasir di non lasciar cadere il dossier Paragon, l’inquietante vicenda di spionaggio a danno dei giornalisti. Vogliamo sapere quanti effettivamente sono (o sono stati) i giornalisti oggetto dello spyware Graphite e chi e perché ha utilizzato software militari contro esponenti della stampa. Vogliamo capire se si è trattato di un’operazione per scoprire le fonti dei colleghi che fanno inchieste; fonti il cui segreto è tutelato dalla legge.

Siamo di fronte ad un caso che rischia di mettere in discussione uno dei fondamenti della democrazia: la libertà di informazione.”

Lo afferma Carlo Bartoli, presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti in concomitanza con la riunione del Comitato Parlamentare per la Sicurezza