La lettera aperta – di Rino Giacalone//Un commercio che stenta a morire anche perché chi dovrebbe vigilare finisce con il voltare il volto dall’altra parte. Sono rimasti davvero male i componenti di un gruppo delle coop lombarde venuti a Castelvetrano per conoscere in che modo è possibile combattere la mafia. Hanno visitato i terreni confiscati, si sono anche sbracciati e si sono messi al lavoro per dare un contributo pratico e concreto, aprendo la stagione di lavoro nei campi confiscati, hanno anche parlato con inquirenti, magistrati, giudici, investigatori, giornalisti, hanno camminato fianco a fianco con i volontari di Libera e hanno fatto anche i turisti, non potevano lasciarsi certo sfuggire l’occasione di avvicinarsi ai Templi di Selinunte, un tuffo incredibile e affascinante nella storia della Sicilia.
Ed è stato in questo luogo pieno di fascino che hanno avuto la sgradita sorpresa di trovare a loro disposizione, offerti in vendita, souvenir molto particolari, magliette con stampate le immagini che i siciliani per primi non vorrebbero vedere, tre uomini in coppola che non non vedono non sentono e non parlano, una bella pistola in primo piano, un cartellone bucherellato da tanti fori. I primi a restarci male è stata proprio la comitiva milanese che hanno subito girato la segnalazione al presidio di Libera di Castelvetrano. Non è la prima volta che simili souvenir si trovano in vendita nelle località turistiche, ad Erice qualche anno addietro il sindaco Giacomo Tranchida dopo ripetuti inviti ai commercianti dell’antico borgo medievale di evitare di esporre questo genere di mercanzia, ha deciso di mettere nero su bianco il divieto, i negozianti se proprio vogliono vendere questo genere di ricordi li espongano all’interno e non sulla pubblica via. I commercianti si erano giustificati dicendo che è questo genere di souvenir che i turisti cercano, ma era evidente che si trattava di una bugia, e la comitiva milanese rimasta male dinanzi alle bancarelle che vendevano queste magliette dentro al parco archeologico di Selinunte è l’ulteriore dimostrazione che i turisti in Sicilia se proprio vogliono interessarsi di mafia lo vogliono fare per conoscere in che modo è possibile contrastarla e non come può essere semmai pubblicizzata.
Lo stupore di Libera è anche quello di noi e di tanti altri, perché anche a Castelvetrano, come è accaduto altrove, il sindaco non si è opportunamente ribellato dinanzi alla vendita di questa mercanzia? Possibile che nessuno lo ha mai informato? Il sindaco Errante che come il suo predecessore è pronto a protestare quando di Castelvetrano si parla per le insanguinate malefatte del suo cittadino più conosciuto, Matteo Messina Denaro, dinanzi a queste magliette può essere che abbia davvero deciso di guardare da un’altra parte? Preferiamo immaginare che non sapeva nulla e però adesso sul suo tavolo a rappresentargli l’accaduto c’è la nota firmata da Maria Teresa Nardozza Buccino portavoce del presidio “Salvatore e Giuseppe Asta” di Libera a Castelvetrano. “A nostro parere immagini e scritte risultano lesive della dignità dei cittadini “ Onesti e laboriosi “ da Lei piu’ volte citati – scrive la dott. Nardozza Buccino – riteniamo non possa essere accettato neanche quale becera parodia di basso profilo siffatto modo di attrarre i turisti, consegnando loro un’immagine fortemente negativa della sicilianità che allude palesemente alla violenza e alla mafiosità. Chiediamo pertanto a Lei, Sig. Sindaco della città di Castelvetrano, di prendere posizione come è già stato fatto in alcuni comuni della provincia di Trapani , affinchè possa porre fine a tale vergognosa vendita di stereotipi subculturali che offendono la parte sana dei cittadini”. La parola adesso passa al sindaco Errante.
Sulla vicenda interviene il sindaco, alcuni giorni dopo con un comunicato stampa – clicca qui per leggerlo



