Rivali nella gestione degli affari criminali ma soci nel riciclaggio
dei soldi da reinvestire. Cosi’ tre clan che sono ‘nemici’ tra loro,
come le ‘famiglie’ Laudani e Santapaola da una parte e la cosca Mazzei
dell’altra, si siedono attorno a un tavolo e discutono insieme su come
fare diventare ‘puliti’ i proventi delle loro attivita’ illecite. E’
quanto emerge da un’indagine dei carabinieri del comando provinciale di
Catania sfociata nell’emissione di un ordinanza di custodia cautelare
nei confronti di 13 presunti affiliati a Cosa nostra e di tre
imprenditori riconducibili ai tre clan. Secondo gli accertamenti dei
militari dell’Arma, le tre cosche sarebbero cosi’ riuscite a ottenere
la gestione, con appalti annuali, dei servizi di ristoro nello stadio
Massimino durante partite del Catania e concerti, ma anche bar e
parcheggi nelle spiagge libere della Plaia. L’inchiesta, coordinata dal
procuratore capo Vincenzo D’Agata e dal sostituto della Dda etnea
Giovannella Scaminaci, ipotizza, a vario titolo, i reati di
associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, detenzione di armi
da guerra e impiego di denaro di provenienza illecita.ansa
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