Per quanto mi sforzi di ragionare sulle motivazioni che portano il nostro governo e altri paesi ad astenersi sulla richiesta del cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, non riesco proprio a comprenderle.
Ultimamente anche persone verso cui nutro stima e fiducia hanno cercato di persuadermi che fermare i combattimenti avvantaggia una delle parti. Ebbene di fronte alle scene di distruzione totale cui assistiamo quotidianamente, non sono riuscito a convincermi. Se anche una decisione di questo genere portasse un qualche vantaggio a chi ne approfitta per riorganizzarsi o per consolidare le posizioni acquisite, ma salva una sola vita umana, non ho bisogno di altre ragioni.
Non sparare, non uccidere, non distruggere, non creare ulteriori sofferenze… è ragione di per sé più che sufficiente quanto meno a rifiatare. Tutto il resto si vedrà.
E se poi si riuscisse ad apparecchiare anche un saggio tavolo diplomatico per cercare di ridurre a ragione o a più miti consigli aggressori e aggrediti, terroristi variamente denominati e strateghi dell’annientamento del nemico, direi che vale la pena provarci.
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