Coltivare la pace

Pace bandiere

Mentre in questi giorni di settembre partecipavo a un’iniziativa di preghiera per la pace, che si è svolta ininterrottamente per tre giorni, come una specie di staffetta, ho riflettuto su due aspetti che mi hanno particolarmente colpito: i tempi lunghi della pace e la necessità di disarmare il cuore.

I tempi lunghi della pace. In un’invocazione di preghiera, una persona faceva notare che la pace ha tempi lunghi. E sì, a fronte di un attimo, di una scintilla che fa scoppiare una guerra, la pace ha bisogno di molto tempo per tornare a germogliare.

È proprio come un seme che viene posto nella terra e che ha bisogno di cure, di acqua, di sole e di tempo per fiorire. Abituati come siamo alla rapidità degli scenari che cambiano e ad adunate puntuali scenografiche ci dimentichiamo della pazienza del seminatore che getta il seme e attende, senza stancarsi di prendersi cura di ciò che ha seminato.

La necessità di disarmare il cuore. Spesso partecipiamo a eventi per la pace con la stessa logica che sta alla base della guerra. Ognuno vuole sottolineare la propria provenienza e identità, mettendo la propria bandiera. Troppo spesso le parole di pace vengono gridate, non perché siano udite, ma perché abbiamo inconsapevolmente interiorizzato un agire violento. Occorre, allora, prima di tutto disarmare il nostro cuore.

* Presidente Centro Astalli