Comunicato di Libera sulla situazione di Fondi

Il mancato scioglimento del consiglio comunale di Fondi per
infiltrazioni mafiose e l’ennesima dimostrazione di come la lotta alle
mafie sia più enunciata a parole che praticata nei fatti. Il Ministro
dell’Interno Maroni vanta come propri successi la cattura di latitanti
che è dovuta prevalentemente al forte impegno della Magistratura e a
quello dell’esiguo numero di donne e uomini delle forze di polizia sul
fronte della lotta ai clan . Magistratura e Polizie lavorano
quotidianamente contro le mafie con mezzi sempre meno sufficienti, come
denunciano da mesi inascoltati la Procura nazionale antimafia e tutti i
sindacati delle Forze dell’Ordine.
 
Mai come in questo
specifico caso smentire la relazione del Prefetto di Latina e tutto il
lavoro della commissione d’accesso al comune di Fondi, composta da alti
ufficiali della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della
Guardia di Finanza, potrebbe creare un pericoloso precedente sul fronte
della lotta dello Stato alle connessioni tra mafia “militare” e loro
referenti politici, le responsabilità dei quali sembrerebbero venir
meno, stante le dichiarazioni del ministro, dall’ottenimento di un
eventuale consenso popolare.
 
Nelle terre a forte presenza
mafiosa è, spesse volte, proprio la libera espressione del voto ad
essere pesantemente condizionata dai clan come è stabilito dal
legislatore nella formulazione del reato di associazione di stampo
mafioso che al 3° comma sostiene: ” L’associazione è di tipo mafioso
quando coloro che ne fanno parte si avvalgano della forza di
intimidazione del vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per
acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il
controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni,
appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi
ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare
il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in
occasione di consultazioni elettorali”.
 
Tutte cose, dal
generale della norma al particolare dei fatti specifici, avvenute e
circostanziate nella relazione della commissione di accesso agli atti
del comune di Fondi e sostenute nelle ordinanze di custodia cautelare
disposte dal Gip del Tribunale di Roma, contro i mafiosi e loro
referenti in quella città cosi vicina alla Capitale e connessa a
quest’ultima da interessi economici e politici non sempre trasparenti.
Ma evidentemente tutto questo non è stato ritenuto sufficiente.

* Referente per il Lazio di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie