Rottura sul rinnovo del contratto di lavoro. Costante: da editori risposte insufficienti
E’ scontro aperto, dopo mesi di trattative, tra la Federazione Nazionale della Stampa e la FIEG sul tema del rinnovo del contratto di lavoro dei giornalisti. Una nota del sindacato spiega tutti i punti del dissenso, a partire dal mancato accoglimento della richiesta di adeguati aumenti salariali. Pronta la replica degli editori che accusano il sindacato di esser ancorato a vecchi modelli produttivi. Ribatte ancora la FNSI bollando le risposte degli editori come insufficienti.
Il Comunicato della FNSI del 25 luglio: Negli ultimi 9 anni gli stipendi degli italiani sono stati erosi dal 19,3% di inflazione certificata dall’Istat. In questi stessi anni diversi contratti di lavoro nazionali sono stati rinnovati: non quello dei giornalisti, fermo al 2016. Gli editori, però, nel frattempo hanno incassato almeno 240 milioni di euro in aiuti dallo Stato e hanno alleggerito le redazioni (meno 15% di giornalisti regolarmente assunti), aumentando il lavoro precario e sottopagato: un articolo viene retribuito in media 10 euro lordi. Un meccanismo che ha garantito alla stragrande maggioranza degli editori di macinare utili. Da 15 mesi la Federazione nazionale della Stampa italiana si sta confrontando con la Federazione Italiana Editori Giornali per rinnovare il contratto nazionale di lavoro giornalistico, chiedendo aumenti dignitosi per il recupero del potere d’acquisto, investimenti sui giovani, linee guida per governare la trasformazione digitale, a partire dall’intelligenza artificiale, idee e progetti per modernizzare l’editoria italiana con l’obiettivo di alzare la qualità del giornalismo e contrastare la disinformazione e le fake news.
La Costituzione sancisce il diritto di ogni lavoratore a una giusta retribuzione che, per i giornalisti, è anche una garanzia di libertà e per i lettori una certezza di qualità: solo retribuzioni adeguate possono assicurare un lavoro professionale attento e profondo e, quindi, un’informazione certa e a difesa dei cittadini. Tutto questo non sembra interessare agli editori, più concentrati sul taglio dei costi e sul prossimo giro di valzer per chiedere altri soldi al Governo piuttosto che sulle numerose sfide imposte dalla rivoluzione digitale per cercare, insieme ai giornalisti, la strada per superare una crisi devastante. Non hanno voluto confrontarsi sull’uso dell’Ai, sul rapporto coi giganti del web che condizionano sempre di più l’informazione (omologandola), sulle prospettive occupazionali, rimandando a chissà quando ogni discussione. Con un evidente problema: rinviare ancora nel caso dell’editoria significa soccombere, portare il settore a morte certa.
Ma anche quando si è provato a trattare un accordo ponte solo per il rinnovo economico, lo schema si è ripetuto. Il recupero dell’inflazione è la linea di demarcazione di tutto il mondo del lavoro del nostro paese. L’offerta della Fieg, invece, è di gran lunga inferiore rispetto ai rinnovi contrattuali degli altri lavoratori del nostro paese i cui redditi reali sotto l’impulso delle organizzazioni sindacali si sono rafforzati. Non solo: mentre molte aziende da tempo destrutturano il contratto di lavoro, gli editori al tavolo hanno chiesto per i nuovi assunti un nuovo salario d’ingresso al ribasso. Un ulteriore sconto sulle assunzioni obbligatorie per legge in seguito a prepensionamenti che per gli editori, dal 2022, sono completamente gratuiti: richiesta respinta.
Come giornalisti continueremo a fare il nostro dovere di informare i cittadini con coscienza e impegno, ma siamo anche pronti a mobilitarci per difendere i nostri diritti di lavoratori.
La replica della FIEG, ‘il contratto giornalistico è ancorato a vecchi modelli. Il sindacato è indisponibile a una rivisitazione complessiva’
(ANSA) – 25 LUG – ‘La Fieg evidenzia come il contratto di lavoro giornalistico, rinnovato per l’ultima volta nel giugno 2014, sia rimasto ancorato ai vecchi modelli organizzativi e presenti un elevato grado di rigidità, tanto per gli aspetti normativi quanto per gli aspetti economici’. Così in una nota la Federazione degli editori dopo il comunicato della Fnsi sul tema del rinnovo del contratto di lavoro. ‘Abbiamo pertanto più volte proposto al sindacato – prosegue la Fieg – di affrontare insieme la sfida di una rivisitazione complessiva del contratto che prevedesse, tra l’altro, un protocollo specifico per favorire le assunzioni dei giovani, così come già sperimentato con successo nei contratti dei poligrafici e dei dirigenti. Abbiamo invece registrato l’indisponibilità a perseguire la strada di un vero rinnovamento da parte del sindacato che intende limitarsi ad un accordo ponte di tipo economico finalizzato al recupero dell’inflazione, senza poter incidere sulla modifica di istituti vetusti e ormai insostenibili come il mantenimento del pagamento delle ex festività seppur abrogate da una legge del 1977’.
‘In merito a tale percorso – continua la Federazione degli editori – è da ricordare come l’oneroso meccanismo degli scatti di anzianità in percentuale previsto dal contratto di lavoro dei giornalisti (laddove ormai quasi tutti i contratti nazionali di lavoro stabiliscono aumenti in cifra fissa) abbia sostanzialmente tutelato il potere di acquisto dei giornalisti nell’ultimo decennio e le aziende, sebbene nello stesso periodo di riferimento abbiano registrato un dimezzamento dei ricavi da diffusione e pubblicità, hanno confermato la disponibilità ad un riconoscimento economico superiore a quello concesso nell’ultimo rinnovo del 2014 pur in assenza di risparmi contrattuali’.
‘Sul tema dell’intelligenza artificiale, la Fieg ribadisce che la soluzione alle preoccupazioni espresse dal sindacato non può essere ricercata nell’introduzione di vincoli contrattuali di utilizzo destinati ad invecchiare precocemente, ma piuttosto occorre un approccio etico da parte delle aziende con la possibilità di dotarsi di Codici che tutelino tanto la professione giornalistica quanto i lettori. Stupisce pertanto – si legge ancora nel comunicato della Fieg – l’atteggiamento del sindacato che ha finora rifiutato tutte le disponibilità messe in campo dagli editori e ribadiamo la nostra volontà di addivenire ad una soluzione condivisa della vertenza contrattuale’. (ANSA).
Pronta la contro-replica della segretaria nazionale FNSI Alessandra Costante: «Dagli editori risposta largamente insufficiente alle nostre richieste»
In un’intervista ai canali Mediaset – si legge sul sito del sindacato – la segretaria generale della FNSI dei giornalisti ha fatto il punto sulla trattativa.
«Siamo al tavolo delle trattative con la Fieg da 15 mesi. Abbiamo proposto agli editori un contratto nuovo. Abbiamo chiesto una regolamentazione dell’intelligenza artificiale, che è già una rivoluzione industriale che riguarderà il mondo del lavoro e toccherà la produzione dei giornali e le notizie che arriveranno ai lettori, ai cittadini». Lo ha detto Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, nel corso di un’intervista rilasciata ai canali Mediaset sabato 26 luglio 2025 per fare il punto sullo stallo nella trattativa con gli editori per il rinnovo del contratto nazionale giornalistico scaduto nel 2016, su cui la Fnsi si è espressa con un comunicato pubblicato su tutti i quotidiani e letto nel corso dei telegiornali nazionali.
Costante ha proseguito: «I giovani giornalisti sono servi della gleba. Abbiamo pletore di collaboratori coordinati e continuativi e partite iva che guadagnano meno di 10 euro lordi al pezzo».
La segretaria generale della Fnsi ha poi sottolineato: «La risposta della Fieg è stata largamente insufficiente: 150 euro lordi al mese. Tutti i contratti degli altri comparti industriali si sono chiusi con il recupero dell’inflazione. Gli editori in questi anni, dal 2021 in poi, hanno avuto dallo Stato italiano 240 milioni di euro di aiuti pubblici. Nell’ultimo anno – ha concluso Costante – 65 milioni solo sulle copie. Non sono aiuti strutturali, lo sappiamo benissimo, ma sono comunque aiuti».
https://liberatestardi.websitefortest.uk/2025/07/25/giornalisti-contratto-fermo-dal-2016-ma-gli-editori-hanno-avuto-240-milioni-di-aiuti-di-stato/



