Cosa è accaduto al popolo palestinese dal 1948 ad oggi. Un libro per capire

Foto palestinese

“Un giorno nella vita di Abed Salama di Nathan Thrall è un romanzo tratto da un fatto realmente accaduto per conoscere cosa è accaduto al popolo palestinese dal 1948 fino a poco tempo fa.

Un incidente vicino a Gerusalemme lungo una strada attraversata principalmente da auto palestinesi vede coinvolto uno scuolabus al cui interno si trovano bambini palestinesi. Lo scuolabus si ribalta e prende fuoco.

I soccorsi non arrivano, tra check point che bloccano ambulanze, vigili del fuoco israeliani che non partono, polizia palestinese non autorizzata che non riceve il permesso dalle autorità israeliane.

I bambini che si salveranno lo dovranno al coraggio dei pochi palestinesi che riescono ad arrivare sul posto in tempo. Moriranno alcuni bambini, bruciati, irriconoscibili, tra di loro Maidan figlio di Abed Salama.

Inizia così il giorno più tragico di Abed.

Ma non sarà solo attraverso la storia di Abed, Salam e della loro famiglia che capiremo cosa è accaduto a Jaffa, Gerusalemme, Haifa e altri 400 luoghi tra villaggi e paesi quando quasi 700.000 palestinesi furono costretti ad abbandonare case e cose, paesi e città dove erano nati e cresciuti, per non farvi più ritorno nel 1948.

Lo capiremo attraverso l’intreccio delle persone che avranno un ruolo in questo incidente, anche solo per essersi trovati lì in quel momento.

Palestinesi e israeliani…

Capiremo cosa accade nel 1967 dopo la guerra dei 6 giorni, la prima intifada dell’inizio degli anni ’90, gli accordi di Oslo del 1995, la seconda intifada dell’inizio di questo secolo.

Capiremo come è stato successivamente realizzato il muro, come sono stati applicati gli accordi di Oslo, i quasi 900 check point creati da Israele in questi anni, i labirinti delle strade riservate ai palestinesi dove muoversi è un dramma quotidiano, il cerchio che si stringe su questo popolo nella Cisgiordania con la creazione senza sosta degli insediamenti dei coloni, la razionalizzazione dell’acqua, i diritti negati, le scuole a pezzi, il lavoro che manca, la terra che viene tolta, ogni giorno, senza sosta.

Insediamenti dei coloni con ogni comfort e poco oltre, paesi palestinesi con strade non asfaltate, case diroccate senza servizi.

Ci sentiremo prigionieri, quasi senza poter respirare, come vivono loro in un lento ma inesorabile destino che porta al soffocamento.

Vedremo chi tra gli israeliani ha cercato di mantenere un rapporto umano con il popolo palestinese, scopriremo purtroppo, come invece sia diffuso un senso di disprezzo nella mentalità israeliana verso i loro vicini di casa.

Capiremo che senza un inversione totale della  politica non di Israele, ma di tutto il mondo, verso la questione palestinese, ciò che ci viene raccontato di due popoli e due stati che vivono accanto, sia oggi impossibile.

Leggetelo, vi lascierà l’amaro in bocca, ma vi farà toccare con mano la realtà…

E la conoscenza della realtà è il primo passo che dobbiamo fare tutti per non farci prendere in giro anche dalla nostra politica.

Non si può restare inerti di fronte al massacro di un popolo che va avanti da quasi 80 anni. Ne va della nostra libertà di uomini che vogliono avere il più possibile una libertà di pensiero e della nostra coscienza personale.

Nathan Thrall, autore di “un giorno nella vita di Abed Salama” nasce in California da madre ebrea e padre statunitense. Vive e risiede da oltre 10 anni a Gerusalemme. Nasce come giornalista, commentatore politico. È un ebreo profondamente simpatizzante per la Palestina.

Considerato traditore dagli estremisti israeliani e un nemico tra gli arabi, dietro di lui non sembra esserci né il sostegno di un partito politico, né una vasta massa di seguaci. Un indipendente puro, che sostiene sfrontatamente posizioni critiche tanto verso gli estremisti di entrambi gli schieramenti, quanto verso i pacifisti “convenzionali”, quelli che, con le loro soluzioni inefficaci, prolungano inavvertitamente il conflitto.