“Così il maltolto diventa welfare”. Sulla rivista Narcomafie un dossier sui beni confiscati

Beniconfiscati

La legge voluta da Libera nel 1996 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati si rivela ancora oggi uno strumento imprescindibile per dare nuova vita a immobili, aziende e attività un tempo nelle mani della criminalità organizzata. La strada è ancora in salita, ma in tempi di crisi ripensare alle potenzialità offerte dal settore potrebbe creare opportunità di sviluppo e sostegno, in un’ottica di impresa e di welfare. Lo scorso 1 marzo a Roma si è tenuto un importante appuntamento nazionale per fare il punto sui beni confiscati in Italia e le tante realtà del sociale che grazie a questi beni hanno potuto restituire alla collettività, servizi, attività e mettere le basi per una economia legale. La rivista “Narcomafie” edita da Libera e dal Gruppo Abele dedicata uno speciale ai risultati e agli interventi del convegno (clicca qui per leggere il nuovo numero http://www.narcomafie.it/la-rivista). Il dossier curato da Davide Pati e Carmela Pistone illustra tutto il percorso fatto nei diciotto anni dall’approvazione della legge che ha permesso il riutilizzo sociale dei beni confiscati ai boss in Italia, gli aspetti normativi e giuridici del testo di legge, le modifiche che potrebbero rendere ancora più efficace questa legge, le tante realtà impegnate su questi beni e le prospettive di sviluppo che potrebbero rappresentare per l’economia e il welfare nel nostro Paese. All’interno anche l’intervento dell’allora ministro dell’Interno,Virginio Rognoni, cofirmatario con Pio La Torre della legge sulla confisca dei beni ai mafiosi e che costò la vita al politico siciliano ucciso da Cosa nostra.

Per leggere lo speciale www.narcomafie.it

Per maggiori informazioni sui beni confiscati e il loro riutilizzo sociale www.libera.it