“È tempo di muoversi”, è uscito il numero 31 de lavialibera

S

Tra conquiste e nuove sfide Il numero speciale de lavialibera dedicato all’anniversario dell’associazione antimafia. Il presidente di Libera, Luigi Ciotti: “In questi trent’anni abbiamo saputo cambiare, senza mai perdere di vista la nostra missione originaria: rendere l’Italia un paese libero dalle ingiustizie”

Trent’anni fa, in un clima politico e sociale rovente, nasceva Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, prima realtà nazionale dichiaratamente schierata contro la criminalità organizzata. Dal 1995 molto è cambiato: le mafie non uccidono (quasi) più, si sono evolute, sono meno riconoscibili e grazie alle moderne tecnologie e a una conoscenza accurata dei sistemi finanziari, tessono alleanze più articolate che in passato.

Le bombe non esplodono, ma le persone continuano a subire il potere mafioso. Ciò che sembra mancare è però la forza e la voglia di reagire. “Vediamo prevalere una forma pericolosissima di rassegnazione ~ spiega Luigi Ciotti –. Se i boss sono forti quanto prima e sanno cogliere ancora meglio le opportunità di guadagno; se una parte della politica, dell’imprenditoria e dell’amministrazione pubblica è così sensibile alle lusinghe del denaro sporco, allora significa che questo marcio che abbiamo intorno non si può rimuovere, e tanto vale guardare oltre”.

Evitare la “normalizzazione” del crimine organizzato è forse la sfida più difficile per Libera, che nel tempo ha saputo trasformarsi per cogliere sfide sempre nuove, senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: rendere l’Italia un paese libero dalle ingiustizie. E allora, come scrive Rosy Bindi, “se vogliamo combattere le mafie che uccidono meno e corrompono di più dobbiamo risvegliare quelle coscienze addormentate e indifferenti e, magari, disponibili a intessere rapporti con il potere mafioso non tanto per paura, ma per convenienza. Forse è più difficile di prima, ma adesso abbiamo trent’anni e siamo maturi per sostenere battaglie più impegnative”.

Nel suo editoriale, la direttrice de lavialibera Elena Ciccarello scrive: “Libera compie trent’anni e lo fa in un momento particolarmente delicato per l’Italia, l’Europa e il resto del mondo. Soffiano venti di revisionismo storico, si stringe la morsa repressiva, prende forma l’attacco ai presidi democratici, sono annunciate alleanze oscure e paci ingiuste. Il sentimento più diffuso tra chi non è già salito sul carro dei vincitori è di sconforto, spesso accompagnato da preoccupazione per ciò che accade e che potrebbe ancora accadere. Eppure, la storia ci insegna che il passato è stato, prima di tutto, un presente fatto di scelte, complicità, attendismi e disobbedienze. Sta a ciascuno di noi decidere da che parte stare”.

Tra conquiste e nuove sfide

Ogni anniversario è l’occasione per ripercorrere i momenti più importanti di una storia intensa: dalle riunioni a Roma per decidere il nome e scrivere lo statuto alle prime conquiste, alle battaglie di oggi. Tra le conquiste entrate ormai nella storia: la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie e la legge per l’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ottenuta grazie a una mobilitazione senza precedenti.

Per Nando dalla Chiesa dietro alla nascita di Libera c’è “una miscela irripetibile” e “l’elemento che la rende di granito è proprio costituito dal sentimento collettivo dei familiari, che don Luigi Ciotti ha saputo interpretare in modo magistrale”. Riguardo ai beni sottratti ai mafiosi, Gian Carlo Caselli scrive che oggi “le terre confiscate possono essere assegnate a cooperative di giovani che, lavorandole, realizzano un’antimafia che paga in termini di dignità e libertà dalla mafia: il modo più efficace per coinvolgere la società civile in un effettivo impegno antimafia”.

Le conquiste del passato sono linfa per le battaglie del futuro. Dalla lotta alla corruzione al contrasto ai crimini dei potenti e dei colletti bianchi. E ancora, la richiesta di trasparenza negli affari pubblici, possibile attraverso il monitoraggio civico. Sul fronte della criminalità organizzata, l’obiettivo primario è ottenere una legge per tutelare madri e i minori che, attraverso il progetto Liberi di scegliere, decidono di allontanarsi dai contesti mafiosi e ricominciare altrove una nuova vita.

Come spiega Francesca Rispoli, che affianca Luigi Ciotti alla presidenza di Libera, “è fondamentale un approccio sistemico, che tenga insieme il fronte repressivo con quello preventivo e riconosca il ruolo della cittadinanza come agente lievitante di cambiamento”. Un’azione che valichi i confini nazionali, come dimostra l’attività di Libera internazionale, che sostiene le associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e ambientali, promuove l’uso sociale dei beni confiscati e denuncia la violenza delle mafie a tutte le latitudini.

Politiche promosse e sostenute dalla rete di Libera

Riutilizzo sociale sui beni confiscati
Dalla sua nascita, Libera si è battuta affinché i beni sottratti ai mafiosi fossero utilizzati a scopi sociali, come risarcimento alle collettività. Un impegno cominciato con una raccolta firme per l’approvazione della legge, poi proseguito negli anni per difendere questa conquista (ad esempio, nel 2009 con la campagna contro la vendita dei beni confiscati) ed estenderla in altri ambiti e aree del mondo.

Legge contro il lavoro nero e il caporalato
Accanto alla Cgil, l’associazione ha chiesto che il reclutamento e lo sfruttamento illegale della manodopera non fosse punito con una semplice ammenda. Dopo una lunga mobilitazione con sindacati e Caritas, nel 2016 il parlamento ha approvato la legge che ha introdotto il reato di caporalato. Inoltre, fino al 2023 Libera ha partecipato al tavolo interistituzionale contro lo sfruttamento agricolo.

Protezione dei testimoni di giustizia
Costitutivo della rete è l’impegno al fianco di chi ha deciso di denunciare le mafie. Libera ha sostenuto in ogni sede l’approvazione di norme per la tutela e il sostegno dei testimoni di giustizia. Nel 2013 è arrivata la legge per la loro assunzione diretta nella pubblica amministrazione e alla fine del 2017 l’approvazione definitiva della norma che ha ampliato le misure a loro tutela e garanzia.

Voto di scambio politico-mafioso
In vista delle elezioni politiche del 2013, insieme al Gruppo Abele, Libera ha lanciato la campagna “Riparte il futuro” per chiedere ai nuovi parlamentari di rinnovare le leggi contro la corruzione e modificare l’articolo 416-ter del codice penale sul voto di scambio politico-mafioso. Sono state raccolte oltre 750mila firme. La modifica del reato è diventata legge nell’aprile del 2014.

Prevenzione della corruzione
Cartoline per fermare la corruzione. È la campagna Corrotti con cui nel 2012 Libera e Avviso Pubblico hanno chiesto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di intervenire affinché governo e parlamento adeguassero le norme anticorruzione, prevedendo la confisca dei beni a corrotti e il successivo riutilizzo sociale. Nell’autunno 2017 è arrivata anche la legge sul whistleblowing, che tutela chi decide di segnalare le condotte illecite.

Delitti contro l’ambiente nel codice penale
Dalla fine degli anni Novanta Libera ha sostenuto la battaglia di Legambiente contro le ecomafie e per l’introduzione nel codice penale dei delitti contro l’ambiente. Nel marzo 2001 il primo, grande risultato, con l’approvazione del reato di traffico illecito di rifiuti. Bisognerà però attendere il 19 maggio 2015 per l’adozione della legge sui delitti contro l’ambiente (ecoreati).

La Giornata della memoria e dell’impegno
L’8 marzo 2017 è stata approvata la legge che istituisce la Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che si celebra il 21 marzo di ogni anno.

Scopri il nuovo numero – lavialibera n.31

Per informazioni:
Redazione lavialibera
redazione@lavialibera.it – 011 3841093