Il 6 novembre di diciotto anni fa se ne andava Enzo Biagi, uno dei più importanti giornalisti italiani, sicuramente il più importate giornalista televisivo, la sua storia coincide con quella della Rai. Classe 1920 a ventun’anni diventa professionista e a trentasei direttore di Epoca, allora il più giovane.
Il periodo più importante della sua vita inizia a ventitré anni quando diventa partigiano nella brigata Giustizia e Libertà: “Quei quattordici mesi da partigiano mi hanno accompagnato per sempre”, racconta, Biagi: “Quando nel corso della mia vita professionale ho avuto problemi, soprattutto coi politici, ho sempre pensato che, in fondo, avevo avuto a che fare con Hitler e Mussolini, che per un giorno intero ero stato in una stanza con un tedesco che mi teneva una pistola alla tempia, dunque, che paura poteva farmi un ministro, un sottosegretario o un presidente del Consiglio?”
La guida di Biagi, Montanelli, Zavoli, Bocca, e altri grandi giornalisti ci manca molto in questo periodo di sovranismo, populismo e nazionalismo, di venduti e incapaci che contribuiscono a mettere in gioco la libertà di informazione. Quello che è accaduto a Sigfrido Ranucci, alla redazione di Report e i tanti giornalisti costretti a vivere sotto scorta perché minacciati di morte, sono un esempio che ci fa pensare che l’obiettivo è la Costituzione per colpire la democrazia.
Tutto questo parte da lontano quando il 18 aprile 2002, con l’editto bulgaro si compì l’apoteosi del conflitto d’interessi. Berlusconi, presidente del Consiglio, accusò Biagi, Santoro e Luttazzi di “aver fatto un uso criminoso della tv”. Quel giorno di ventitré anni fa cambiò radicalmente la televisione e più in generale l’informazione italiana nel suo valore più alto: il pluralismo, iniziando a minare la stessa democrazia. Le truppe del Cavaliere conquistarono il ponte di comando della Rai. Da quel momento la subalternità a Mediaset ha portato la tv di Stato a un lento e inesorabile declino.
Quello che dopo l’editto bulgaro più aveva offeso Biagi era essere stato liquidato dal direttore generale Agostino Saccà con una raccomandata con ricevuta di ritorno. Già, bisognava impedirgli di rifare Il Fatto e su quel contratto, che se non disdetto si sarebbe rinnovato tacitamente, si parlava esplicitamente di quel programma e di un certo numero di puntate. Biagi diceva sempre: “L’atto più miserabile che si può fare ad un uomo è quello di togliergli il lavoro”. Non lo riferiva a sé stesso perché alla sua età poteva benissimo fare senza la Rai, lo riferiva ai colleghi più giovani che avevano figli da crescere e il mutuo della casa da pagare. Raccontava con preoccupazione: “Se fanno questo a me che sono Biagi cosa faranno a quei giovani colleghi che si rifiutano di eseguire gli ordini?” Il nostro direttore aveva previsto cosa avrebbe rappresentato l’editto bulgaro e le conseguenze che avrebbe portato, senza escludere quanti giornalisti per un po’ di carriera si sono venduti al potente di turno. “Noi abbiamo amici, ma la nostra trasmissione non è amica di nessuno”.
“Il nostro programma è antigovernativo a prescindere dal colore dell’esecutivo”, ripeteva continuamente Biagi in redazione. Queste frasi per noi erano diventate codici di comportamento imprescindibili. Spesso ricordava, ed è ancora di grande attualità, quello che disse Giuseppe Fava, intervistato da Biagi qualche giorno prima della sua morte per mano della mafia: “Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo”. Enzo Biagi era nato in un paese dell’Appennino Tosco-Emiliano, Pianaccio (Lizzano in Belvedere) tra Bologna e Pistoia: lì iniziò la sua storia e lì si concluse. Le sue radici lo hanno accompagnato per tutta la vita: era un montanaro schietto, leale, generoso, pacato e esigentissimo, sempre con la schiena dritta. Del mestiere del cronista diceva: “Bisogna avere un punto di vista altrimenti una storia non la si può raccontare”. Per tutta la vita ha avuto un unico padrone: in tv il telespettatore, nel giornale il lettore.
Fonte: Articolo 21



