In una turbolenta serata qualunque nella piazza dello spaccio di Formia un diciottenne accoltella un suo coetaneo, anzi prima di accoltellarlo lo minaccia, lo rincorre e quasi lo ammazza. La vittima della brutale aggressione ha 21 anni e ha già collezionato un po’ di problemi con lo spaccio di stupefacenti, è un pusher per i giovanissimi di Formia. L’aggressore, arrestato e portato in carcere a Cassino, è considerato un dei piccoli bulli emergenti. Si chiama Pasquale Vastarella ed è il nipote di Celeste Giuliano, detta lady camorra, sorella dell’ancora più noto Luigi Giuliano. La “mappa” delle famiglie di camorra stabilmente residenti a Formia è molto lunga e la loro penetrazione nel tessuto economico e sociale in questo momento sta pesando come un macigno sulla città. Così da un post su Facebook di Paola Villa, anima del Movimento politico “Un’altra città”, è nata l’iniziativa sposata e portata avanti in queste ore dal Presidio Libera di Formia che ha organizzato per domani pomeriggio alle 18 una manifestazione dal titolo emblematico “Formia contro le mafie” e che chiama a raccolta i cittadini, i movimenti, le associazioni proprio nella piazza dove è avvenuto l’accoltellamento e che si ritiene sia uno dei luoghi dove avviene la vendita al minuto della droga, in pieno centro, a due passi dalla stazione ferroviaria e dal Comune, praticamente sotto gli occhi di tutti. La piazza dove dominano i pusher domani sarà la “piazza della libertà”.“È giunto il momento di dire basta – ribadisce la nota di Libera che invita i cittadini di Formia e di tutto il comprensorio del sud pontino a partecipare – è giunto il momento di parole autentiche e di azioni efficaci che possano porre un argine alla violenza della criminalità organizzata e della corruzione, due facce della stessa falsa moneta che è servita per coprire le violenze e comprare le coscienze, per guastare l’economia e danneggiare l’ambiente, per asservire la politica e oscurare l’informazione, per svuotare i diritti e innescare processi di disuguaglianza e di perdita di dignità dell’essere umano dobbiamo dare nuovo significato a parole stanche ma ancora cariche di valore. La nostra città in particolare è diventata la residenza di molti clan camorristici, che ne hanno fatto luogo dove investire i proventi dei loro commerci illeciti, spesso grazie alla colpevole indifferenza con la quale abbiamo assistito a che ciò avvenisse”.
* Graziella Di Mambro è vicedirettrice del “Quotidiano di Latina”



