Giorgia Meloni si dà una calmata. Le farà bene. E farà bene all’Italia

Elezioni

Bruciante sconfitta per Giorgia Meloni. Ne esce a pezzi.

Oggi, “chi non salta fascista è”, si potrebbe stupidamente infierire. Della coalizione di governo, infatti, è lei a uscire più malconcia. In rapporto all’opposizione, ma anche al suo interno. Capiremo meglio nei prossimi giorni.

Ma come si fa a dire che il risultato elettorale era scontato, che non è accaduto nulla di storico, che è finita uno a uno e palla al centro? Quante balle sono state spazzate via.

Per chi suona la campana?

Vediamo.

Innanzitutto, per la grande e inossidabile famiglia dei sondaggisti. Nelle tre regioni andate al voto, è scomparso quasi il 15 per cento dei votanti, rispetto alle elezioni precedenti. E i sondaggisti non ne avevano sentore? Strano. Una fuga annunciata di dimensioni tali che avrebbe dovuto dare nell’occhio.

Poi, suona per Giorgia.

In Veneto: Fratelli d’Italia al 17,50, meno della metà della Lega.

In Puglia: Fratelli d’Italia al 16,80.

In Campania: Fratelli d’Italia al 10,30.

Confrontiamoli con il voto Pd nelle tre regioni. E il confronto, per Fratelli d’Italia, si fa imbarazzante.

È permesso dire che il Pd è il primo partito in Italia?

E che il centro destra non è più – se mai lo è stato – maggioranza nel Paese?

Ma la domanda più importante è: in quali regioni la Meloni raggiunge questo favoloso 31 per cento del quale tutti van cianciando? Ecco, un’altra, della tante balle spazzate via dal voto di ieri.

Che per il centro destra l’affaire si sia fatto improvvisamente delicato, lo dimostra che, sino a pomeriggio inoltrato, il commentatore di punta mandato in avanscoperta era Maurizio Gasparri.

La rubrica di Saverio Lodato

Fonte: Antimafia DUEMILA