
Dopo aver frequentato la Scuola del fumetto di Palermo si dedica al graphic novel e pubblicazioni che mettono al centro l’impegno sociale, l’esigenza di un messaggio che valorizzi le immagini, ancor più delle parole. Lui è Lelio Bonaccorso, fumettista, autore di numerosi libri insieme al giornalista Marco Rizzo. In questa intervista ci racconta dell’ultimo lavoro “L’invasione degli scarafaggi” ma parla anche della situazione del graphic novel in Italia e dei progetti in cantiere.
Chi sono gli scarafaggi de “L’invasione degli scarafaggi”, il vostro ultimo libro?
Si tratta di un testo che racconta la mafiosità nel quotidiano con un linguaggio facilmente comprensibile dai bambini. E dato che la lotta alla mafia si fa con la cultura e l’educazione sin dall’infanzia, un libro illustrato come questo, può dare il suo contributo. Avendo lavorato con Marco solo su libri con un target più maturo, sentivamo l’esigenza di creare un libro che parlasse con un linguaggio semplice ai più piccoli
Non è il primo libro scritto con Marco Rizzo, vi siete anche occupati direttamente di una storia di antimafia che coinvolge un giovane militante e giornalista, Peppino Impastato…
Il libro su Peppino, oltre ad essere la mia prima pubblicazione ‘grande’
rappresenta un pezzo molto importante della mia vita, non solo professionalmente parlando, anzi. Sia io che Marco, ci siamo immersi completamente nella vicenda di Peppino, trovandoci coinvolti emotivamente pagina per pagina. È un fumetto in cui ci abbiamo messo il cuore..
Quali sono le tue esperienze lavorative-editoriali?
Dopo aver frequentato la Scuola del fumetto di Palermo, con la quale ho collaborato come insegnante, ho iniziato a pubblicare con Alien Press, Tunuè e Cronache di Topolinia, che ricordo con affetto. Poi sono arrivate le pubblicazioni per BeccoGiallo, con Peppino e ” Que viva Che Guevara” e ora la ” La mafia spiegata ai bambini “in uscita a novembre il libro su Pantani con Rizzoli-Lizard, ” Gli arancini di Montalbano ” con la gazzetta dello sport, ” Primo ” per edizioni BD, le pubblicazioni in Marvel e DC-Vertigo, Anakama in Francia, Norma in Spagna, e Olanda e Belgio con Sylvester.
Come e dove nasce il graphic novel e in Italia come si diffonde?
Il graphic novel, nasce con l’esigenza di raccontare fatti reali,sociali, in unico volume che potesse portare facilmente l’informazione al lettore. Gli esempi più importanti sono ” Maus”, ” Palestina “o ” Persepolis ” per esempio. In Italia, si diffonde in un settore misto, tra l’editoria di fumetti e quella di libri, cavalcando periodi più o meno fertili. In questi ultimi anni il pubblico chiede fumetti di questo genere, e dunque in un paese modaiolo come l’Italia, il “graphic novel” o romanzo a fumetti, è stata rispolverata.
Come mai la scelta di abbinare al fumetto tematiche sociali?
Il fumetto è un media potentissimo, capace di superare le barriere comunicative grazie all’uso delle immagini. Data questa sua peculiarità, il fumetto è un mezzo obbligatorio soprattutto dal punto di vista didattico e dell’impegno sociale. È uno strumento rapido, potente e facilmente comprensibile a tutti, ecco perché abbiamo scelto di trattare anche e soprattutto queste tematiche. Un’immagine, vale più di mille parole.
Cosa bolle in pentola per il futuro?
Diciamo che ci sono vari progetti, che però no hanno ancora l’ufficialità per cui non posso annunciare nulla al momento. Quello che vorrei fare, prima o poi, è un lavoro che parli della mia famiglia, della storia di mio nonno… un modo diverso per poter parlare della Sicilia, terra che amo profondamente.



