Flavio Lotti

Grazie! A tutte e
tutti gli insegnanti, gli amministratori locali, i giornalisti, i giovani,
le donne, gli uomini, i gruppi e le associazioni, le organizzazioni
che ieri hanno dato voce ai diritti umani. Grazie a tutti coloro che
hanno partecipato alla Giornata nazionale d’azione per i diritti umani.
Avevamo contato 201 iniziative ma ce ne sono state molte di più. E
molte altre ce ne saranno anche oggi e nei prossimi giorni.

Nessuno
ricorda una così vasta mobilitazione per i diritti umani. Se poi sommiamo
le oltre mille iniziative, manifestazioni, lezioni, incontri, dibattiti
organizzate nel lungo anno dei diritti umani che, da noi, è cominciato
il 1 settembre 2007 con la settimana della pace e la Marcia Perugia-Assisi
“Tutti i diritti umani per tutti”, possiamo dire di aver realizzato
la mobilitazione più vasta al mondo di questo 60° anniversario. Lo
dico perché dietro a ciascuna di queste iniziative c’è stato l’impegno
volontario e gratuito di migliaia di persone a cui dobbiamo tutti un
grande: “grazie!” E’ ancora presto per una valutazione puntuale
di quanto si è fatto. Di certo oggi siamo più di ieri, con una coscienza
nuova e una consapevolezza maggiore. Più forte è la volontà e la
determinazione a continuare sulla lunga strada della pace e dei diritti
umani.  

Un grazie particolare
va anche a tutti coloro che ieri, nonostante le pessime condizioni meteo,
si sono riuniti davanti alla sede Rai di viale Mazzini. Di questi tempi,
non era un fatto scontato. E’ stata una manifestazione  lungimirante
ma controcorrente, in una stagione dominata dall’incertezza, dallo
scetticismo e dalla confusione.
 

Ci si lamenta molto
ma si agisce poco. Eppure l’informazione è come la politica: malata
e inquinata. O ci impegniamo in prima persona a risanarla oppure sarà
più serio stare zitti. La pace e i diritti umani hanno disperato bisogno
di un’informazione libera e nessuno può illudersi di difendere realmente
i diritti umani senza affrontare quello che insieme alla politica è
il problema maggiore. Si dovrà discutere i modi e le forme più incisive
ma continuare a mettere la testa sotto la sabbia equivale ad una rinuncia
suicida.
 

Ieri, sotto il cavallo
della Rai, abbiamo aperto una strada nuova. Dopo tanti convegni, riunioni
e dibattiti sul pessimo stato della nostra informazione è venuto il
tempo dell’azione. Nessuno ci regalerà un’informazione e una Rai
migliori. Lo abbiamo toccato con mano anche ieri. Ce la dobbiamo conquistare.
Ma avremo successo solo se ci muoveremo insieme, unendo i mille fili
di chi s’impegna a fianco dei più indifesi, dei più vulnerabili,
per la giustizia, la legalità, la democrazia, la pace e il rispetto
dei diritti umani.
 

Ieri mattina, davanti
alla Rai, il microfono dei diritti umani è passato nelle mani di tanti:
bambini, persone con disabilità, immigrati, familiari delle vittime
di guerra, di mafia, sul lavoro, studenti, insegnanti, donne, giornalisti,
amministratori locali, rom e sinti, artisti, registi, congolesi, somali,
tibetani, palestinesi, lavoratori, precari, cassaintegrati, pensionati,
sportivi, rifugiati, sindacalisti, costruttori di pace, ambientalisti,
difensori dei diritti umani. Persone straordinarie, ciascuno con una
propria storia e un proprio carico di problemi e di responsabilità.
Insieme abbiamo rinnovato la nostra promessa d’impegno per i diritti
umani e per un’informazione e comunicazione di pace. 

A gennaio ci rivedremo
per decidere come procedere su questa strada, avvieremo la raccolta
di firme della campagna “Cara Rai” che ieri abbiamo presentato al
presidente Petruccioli e definiremo i passi che ci condurranno alla
prossima Marcia per la pace Perugia-Assisi. Intanto rinnoviamo il nostro
sincero “grazie” a chi ha scelto di esserci. 

*Flavio Lotti, coordinatore
della Tavola della pace