“Nell’anniversario della strage di Ustica vogliamo esprime tutta la nostra vicinanza e solidarietà ai parenti delle 81 vittime; dopo 45 anni la loro determinazione nella ricerca della verità sulla morte dei loro cari rimane intatta. È auspicabile che la magistratura non archivi e prosegua anch’essa nella ricerca della verità. Oggi nessuno può più parlare di incidente, di una bomba esplosa a bordo o di cedimento strutturale. Come ha detto Daria Bonfietti, anche la politica deve pretendere la verità e fare piena luce sui depistaggi che hanno segnato questa tragica vicenda”.
Lo dicono Luchino Chessa (Associazione 10 Aprile-Familiari Vittime Moby Prince) e Nicola Rosetti (Associazione 140) presidenti delle associazioni dei familiari delle vittime della strage del Moby Prince nella quale, la sera del 10 aprile 1991 davanti al porto di Livorno, morirono 140 persone a seguito della collisione tra il traghetto della Navarma Moby Prince con la petroliera di Snam Agip Abruzzo.
“Sappiamo cosa significa aspettare per molti anni una risposta esaustiva – proseguono Chessa e Rosetti – sulle cause della morte dei nostri cari. Anche la tragedia del Moby Prince, chiamata non a caso ‘la Ustica del mare’, è stata segnata da depistaggi, insabbiamenti e indagini lacunose che hanno portato a sentenze incomplete. Ci uniamo dunque all’appello di Daria Bonfietti perché si arrivi quanto prima alla completa ricostruzione dei fatti che hanno portato alla morte di innocenti” concludono.
Fonte: Articolo 21



