I pm di Milano chiedono di processare Dell’Utri per i 42 milioni avuti da Berlusconi

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Per la procura quei soldi (mai dichiarati) sarebbero serviti a ”comprare” il silenzio davanti ai pm.

I magistrati della procura di Milano hanno chiesto al gup Anna Calabi il rinvio a giudizio per Marcello Dell’Utri, e la moglie Miranda Ratti, per i quarantadue milioni di euro di donazioni ricevuti da Silvio Berlusconi e mai dichiarati al Fisco.

L’inchiesta, nella quale l’ex senatore di Forza Italia (condannato per concorso esterno, pena scontata) è finito per violazione della legge Rognoni-La Torre, era stata trasferita da Firenze, dove ha avuto origine, a Milano su richiesta degli avvocati della coppia.

Il sostituto procuratore Lorenzo Gestri si era opposto all’istanza presentata dai difensori riaffermando la competenza territoriale fiorentina. Ma senza successo. I pm fiorentini, che indagano Dell’Utri come mandante occulto delle bombe del ’93, hanno dunque trasmesso, su disposizione del gup di Firenze, tutti gli atti ai colleghi di Milano.

Il procedimento a carico di Marcello Dell’Utri è da svolgersi a Milano, luogo di residenza del nostro assistito e luogo dove sarebbero state commesse le condotte contestate dalla procura – avevano argomentato gli avvocati Francesco Centonze e Filippo Dinacci – Questo procedimento è radicato a Firenze solo per la contestazione di aggravante delle stragi“.

Il fascicolo era stato portato avanti dai procuratori aggiunti Luca Turco (andato in pensione a dicembre),Luca Tescaroli (ora procuratore capo di Prato) e Leonardo Gestri, rimasto unico titolare del fascicolo. Secondo i magistrati di Milano e Firenze quei soldi donati dal fondatore di Forza Italia (e mai dichiarati) sarebbero serviti a “comprare” il silenzio davanti ai magistrati dell’amico senatore sul suo presunto coinvolgimento nelle stragi del ’93.

Con Dell’Utri, come detto, è imputata anche la moglie per l’accusa di intestazione fittizia di beni per 15 bonifici da 8 milioni di euro complessivi ricevuti da Berlusconi. Un escamotage, ipotizzano gli inquirenti, per aggirare l’obbligo previsto dalla legge sulle misure di prevenzione di contrasto e repressione nei confronti della mafia.

Il pm della Dda di Milano Pasquale Addesso, coordinato dal procuratore Marcello Viola, ha chiesto e ottenuto dal gip del capoluogo lombardo Emanuele Mancini la conferma del sequestro di 10 milioni e 840 mila euro già operato nel marzo 2024 nel capoluogo toscano.

Poi ha firmato un nuovo avviso di conclusione delle indagini preliminari. Un documento che ricalca quello già prodotto dai colleghi di Firenze che hanno fatto le indagini.

A eccezione di un’aggravante di peso, caduta con la decisione della gup fiorentina di trasferimento degli atti: quella di “aver commesso i delitti di trasferimento fraudolento al fine di occultare la più grave condotta di concorso nelle stragi ascrivibile a Silvio Berlusconi e allo stesso Dell’Utri, per la quale Berlusconi è stato indagato unitamente al medesimo Dell’Utri, sino al momento del suo decesso avvenuto in epoca successiva all’ultima elargizione contestata, costituendo le erogazioni di quest’ultimo il quantum percepito da Dell’Utri per assicurare l’impunità a Silvio Berlusconi”.

Antimafia DUEMILA


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