Al via oggi davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Locri il processo che vede imputato Giovanni Strangio, ritenuto il killer della strage di Duisburg e rinviato a giudizio il 9 marzo scorso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria con l’accusa di omicidio plurimo. Il processo si apre a oltre due anni e mezzo dalla strage del 15 agosto 2007, quando Marco Marmo, Francesco Pergola, Tommaso Venturi, Marco Pergola, Francesco Giorni e Sebastiano Strangio, appena usciti dal ristorante italiano «Da Bruno» a Duisburg, vengono travolti da una raffica di proiettili che li falcia uno per uno. Un eccidio brutale che sconvolge l’Europa e costringe Berlino a fare i conti con la sempre più ingombrante presenza della ‘ndrangheta sul suo territorio. Una strage maturata nell’ambito della faida di San Luca tra il gruppo dei Nirta-Strangio e il contrapposto schieramento dei Pelle-Vottari-Romeo al quale appartenevano le vittime. I sei morti di Duisburg sono infatti la risposta all’omicidio di Maria Strangio, uccisa il giorno di Natale del 2006 in un agguato indirizzato in realtà al marito della donna, Giovanni Luca Nirta, e a Francesco Colorisi, rimasto ferito in quell’occasione insieme al minorenne Domenico Nirta. Secondo gli investigatori, pur di vendicarsi, Strangio sacrifica il tacito accordo di non alzare troppa polvere nei fatti interni alle cosche, rompendo quella che fino ad allora è stata una tradizione: Pelle-Vottari-Romeo da una parte e Nirta-Strangio dall’altra lasciano morti ammazzati con una certa discrezione.
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