Il Cilento “silente”

Droga e speculazioni edilizie. E’ questa la pista che stanno seguendo gli investigatori per cercare di far luce sull’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Che la mano sia quella della camorra sembra essere assodata, tanto che le indagini sono passate per competenza dalla Procura di Vallo della Lucania alla Dda di Salerno. Un omicidio mafioso che solleva molti interrogativi. A differenza del resto della provincia, Salerno città, Agro nocerino – sarnese, Piana del Sele, il Cilento è sempre stato considerato un territorio tranquillo, meta ideale dove trascorrere le vacanze. Non compromesso, quindi, dalla presenza di organizzazioni criminali. Un’Isola felice, secondo alcuni, un territorio “silente” secondo i magistrati della Dna. «Il rilievo che il minore  numero di indagini e di attività giudiziarie per fatti di rilevanza distrettuale nel territorio cilentano – si legge nella relazione del 2009 – non è certamente indice di minori infiltrazioni della criminalità organizzata nei settori dell’agricoltura e del commercio». 
Le mafie ci sono e fanno affari, ma in modo “silente”, senza dare troppo nell’occhio. Agricoltura e commercio, certamente, ma soprattutto il turismo è uno dei settori che fanno più gola agli appetiti dei boss. «Deve ancora ritenersi – si legge – che quel contesto tradizionalmente “silente” possa, così come è avvenuto nel passato, agevolare una politica di reimpiego di significativi proventi finanziari». I soldi dei grandi traffici illeciti sono ripuliti, silenziosamente, nei comuni del Parco Nazionale del Cilento, zona turistica di particolare pregio per tutta la Campania, e attrazione per migliaia di vacanzieri. Mare, spiagge e bellezze naturali protette, quindi turisti e possibilità di affari “sporchi” «soprattutto nel campo dell’industria turistica, secondo una vocazione risalente sia alle organizzazioni di matrice campana sia delle altre mafie tradizionali».
Seppure “silente”, la presenza criminale nel Cilento viene attenzionata dagli investigatori dell’antimafia. In modo particolare per quel che riguarda l’aspetto economico e finanziario che «merita di essere approfondito soprattutto in relazione ai rischi di reimpiego di proventi illeciti in aree di grande attrazione turistica».  Con l’omicidio di Vassallo, tuttavia, sembra essere finito il “silenzio” che caratterizzava la presenza criminale nel Cilento. Il sindaco di Pollica, ambientalista e difensore dell’integrità naturalistica del suo territorio, è stato visto dai boss come un ostacolo per i propri affari. Il suo omicidio, tuttavia, può anche essere letto, come suggerisce il senatore Gerardo D’Ambrosio, ex Procuratore di Milano e tra i protagonisti del pool di Mani Pulite, come un segnale rivolto a tutti gli amministratori cilentani. Attenti, quindi, perchè mettersi contro la camorra può essere pericoloso. Anche nel Cilento, ex Isola felice dove i boss fanno affari.