Governo. Il rigore punitivo sfocia in intolleranza.
Il “decreto sicurezza” ha suscitato all’inizio pesanti critiche, come quella di avere “una matrice securitaria sostanzialmente populista, profondamente illiberale e autoritaria, caratterizzata da uno sproporzionato e ingiustificato rigore punitivo nei confronti dei fenomeni devianti meno gravi e ai danni dei soggetti più deboli” (parole non di qualche “toga rossa”, ma dell’Unione camere penali – delibera 17.10.24).
Poi però l’argomento è scomparso dai radar. Con gravi rischi. In particolare quello segnalato dal prof. Cornelli dell’Università degli studi di Milano (audizione 20.5.24), secondo cui ci si deve preoccupare che ”le leggi sulla sicurezza non intervengano per rispondere a una domanda che viene dal basso, ma al contrario alimentino campagne politico mediatiche finalizzate, a volte, a irrigidire il quadro delle libertà e delle garanzie democratiche”.
In altre parole, occorre chiedersi se la stretta repressiva del decreto sicurezza sia o meno – per il nostro Paese – un effettivo segnale di allarme per la democrazia.
Tanto più a fronte dell’art 31 del decreto, accusato di concedere ai Servizi “un potere scriteriato e incostituzionale”, ovvero “la facoltà di delinquere, con l’unica limitazione di informare il capo del governo”.
Così le vibranti proteste – rimaste senza risposta – dei Familiari delle Vittime di mafia e terrorismo: “la storia, anche quella giudiziaria, ci segnala la presenza di uomini degli apparati di polizia o di sicurezza in pressoché tutte le stragi che hanno insanguinato l’Italia o nei depistaggi che ne sono stati il seguito”.
Vi è poi la previsione come reato della condotta di resistenza passiva – di fatto pacifica – agli ordini impartiti in carcere: norma che non ha niente a che fare con la sicurezza degli istituti di pena; semmai può renderne il clima ancor più rabbioso e teso.
Il tutto mentre dall’Ucraina a Gaza all’Iran si scatenano guerre all’ombra delle quali la malintesa esigenza di sicurezza nazionale può facilmente tracimare in intolleranza, cattiveria, disumanità, eclissi di misericordia.
Fonte: Il Fatto Quotidiano



