Il narcotraffico sempre in pole position nei business criminali

Trump guerra droga

Il “parto” è stato lungo ma alla fine il prodotto elaborato è davvero pregevole. Mi riferisco alla relazione annuale della DCSA 2025 (Direzione Centrale per i Servizi Antidroga – Dipartimento della Pubblica Sicurezza), con dati del 2024, presentata alcuni giorni fa, a Roma, presso la Scuola di Perfezionamento delle Forze di Polizia alla presenza del Ministro dell’Interno.

Una relazione (oltre 300 pagine) decisamente affidabile e ben articolata perché basata, come ha precisato nella introduzione il Generale dei Carabinieri Giuseppe Spina direttore della DCSA, “su informazioni derivanti dall’attività repressiva antidroga realizzata in Italia e  all’estero, sui report delle Organizzazioni Internazionali competenti e sulle analisi degli Esperti per la sicurezza dislocati nelle aree strategiche del narcotraffico”.

Un’attività concretizzatasi in circa 21.300 operazioni antidroga, quasi 20mila persone segnalate all’Autorità giudiziaria (il 40% circa di nazionalità straniera), con il sequestro complessivo di circa 59 tonnellate di stupefacenti e più di 12mila fra dosi e compresse di droghe sintetiche.

Le quantità di cocaina intercettate sono risultate in calo con 11.082 kg a fronte dei 19.830kg del 2023 e dei 26.294kg del 2022 e ciò fa ipotizzare che le organizzazioni criminali abbiano adottato le opportune cautele per limitare le perdite dei carichi nel caso di sequestri parcellizzando le spedizioni in più partite di peso inferiore.

Il contrasto alla cocaina ha registrato, comunque, il maggior numero di persone denunciate all’autorità giudiziaria nell’ultimo quinquennio (14.507 di cui 8.588 italiani e 5.919 stranieri).

Secondo il World Drug Report 2024 dell’UNODC, sarebbero poco più di 23 milioni le persone nel mondo che hanno fatto uso di cocaina la cui produzione già nel 2022 aveva raggiunto il livello record di 2.700 tonnellate frutto di un aumento della superficie destinata alle coltivazioni (complessivamente oltre 376mila ettari) concentrate in Colombia (253mila ettari), Perù e Bolivia, ma anche al numero di raccolti (almeno due l’anno) e alla maggiore produttività delle varietà delle foglie di coca.

Nei quattro anni che ho trascorso in Colombia, dal 1994 al 1998, come esperto antidroga per conto della DCSA, l’estensione delle coltivazioni illecite si aggirò sempre intorno ai 100mila ettari e furono sempre molto intense le operazioni di eradicazione manuale delle piante svolta dalla Polizia Antinarcoticos o con fumigazione aerea utilizzando un erbicida (il glifosato).

Quanto ai mercati di destinazione della cocaina il 50% va negli Stati Uniti, il 40% in Europa e il 10% per il mercato locale e asiatico. È possibile, tuttavia, che il traffico verso gli USA possa subire una contrazione dopo che il presidente Trump ha dato ordini di bombardare le navi sospette di trasportare droga nella zona caraibica e già si sono registrati tre episodi a settembre ed uno in queste ultime ore con il bilancio di una ventina di persone, componenti gli equipaggi, morte.

È la nuova “guerra alla droga” annunciata dal presidente americano che lascia perplessi.