Attraverso lo studio dei documenti ufficiali il prof. Alessandro Orsini ha ricostruito, nel periodo ottobre 2023 – giugno 2025, le scelte politiche di Giorgia Meloni a favore del governo Nethanyau che riguardano la politica estera italiana.
I suoi studi sono confluiti in un libro “Gaza Meloni” che ha presentato venerdì scorso a Firenze in un incontro pubblico al Teatro dell’Affratellamento.
Occorre saper distinguere tra la retorica propria degli annunci, le dichiarazioni che vengono fatte e le decisioni concrete che diventano decisioni politiche che hanno una ricaduta nel paese.
Per tutto ciò che il prof. Orsini ha detto e scritto non è mai accaduto che sia stato querelato dai ministri coinvolti. Anche in questa sua nuova pubblicazione, ai fatto da lui raccontati non sono seguite smentite o querele.
Per il professore la prima qualità di uno studioso è il coraggio, che viene prima dell’onestà intellettuale, perché per dire la verità sui fatti è necessario non aver paura delle possibili conseguenze.
C’è voluto coraggio, a suo tempo, quando la Russia invase l’Ucraina, a dire che la Nato non ha voluto trattare con Putin sulla espansione dell’Alleanza Atlantica nei paesi dell’ex Urss e che questo è stato uno dei motivi profondi che ha fatto scattare quel conflitto.
Il 7 ottobre 2023, dopo la carneficina compiuta da Hamas contro 1250 cittadini inerti israeliani, Orsini scrisse: “con Nethanyau alla guida del governo, la distruzione del popolo palestinese è sempre possibile”.
Era chiaro – spiega Orsini – che lui avrebbe preso spunto da questa tragedia per portare avanti il suo progetto, quello di impedire la nascita di uno stato Palestinese e spingere i palestinesi, soprattutto quelli di Gaza, a lasciare la loro terra.
Sapendo che l’Italia è uno stato satellite americano il prof. Orsini ha immaginato anche che Giorgia Meloni avrebbe sostenuto Nethanyau.
Così ha raccolto informazioni su quello che ha fatto il nostro primo ministro. Giorno per giorno.
Queste alcune delle decisioni politich compiute dal nostro Primo Ministro in politica estera a favore del governo israeliano:
– 23 ottobre 2023 Meloni ha rifiutato di votare il cessate il fuoco all’ONU quando la carneficina era già iniziata.
– 12 dicembre 2023 Meloni ha rifiutato nuovamente di votare il cessate il fuoco all’ONU
– 24 gennaio 2024 si è schierata contro un’indagine del tribunale ONU su Nethanyau.
– 19 settembre 2024 non ha votato a favore della risoluzione Onu per ritiro da Gaza di Israele
– 12 ottobre 2024 in un incontro a Cipro ha impedito a Francia e Spagna di inserire la condanna della vendita di armi a Israele in un documento ufficiale.
– 21 novembre 2024, dopo il mandato di cattura della Corte Penale Internazionale, il nostro governo ha pubblicamente delegittimati i giudici che hanno spiccato quel mandato. Il mandato di arresto per Nethanyau è stati dichiarato inaccettabile dal nostro governo
– 14 dicembre 2024 Crosetto ha stretto la mano al ministro della difesa israeliano mentre i massacri erano in pieno corso
– 13 gennaio 2025 il ministro degli esteri italiano Tayani a Rai Tre ha dichiarato che Israele non ha commesso crimini di guerra.
– 6 maggio 2025 l’Italia ha votato contro la decisione del parlamento europeo sulla situazione dei palestinesi a Gaza privati di acqua, cibo, medicinali.
– Settembre 2025 il governo di Giorgia Meloni ha dichiarato di essere contrario alle sanzioni commerciali contro Israele
Anche sul tema delle armi – continua il prof. Orsini – non è vero che il governo Meloni non ha mai dato autorizzazioni per la vendita di armi dopo il 7 ottobre. Meloni ha venduto armi a Israele per oltre 4 milioni a sterminio in corso e ha comprato armi da Nethanyau con la conseguenza che Israele è passato dal settimo al secondo posto come paese fornitore di armi al nostro paese.
Inoltre i contratti sottoscritti prima del 7 ottobre non sono stati bloccati, e i porti Italiani hanno continuato ad essere porti di transito delle armi.
Ha anche dato ad Israele materiale per esplosivi.
Per Orsini la realtà delle scelte politiche del governo di Giorgia Meloni in questi mesi dimostra che esso ha lavorato per fermare tutti coloro che cercavano di far finire lo sterminio di Israele del popolo palestinese.
Anche quando in Europa si è creata una forte maggioranza per applicate le sanzioni contro Israele, il partito di Fratelli d’Italia si è opposto a questa decisione nel parlamento europeo.
Le decisioni politiche del governo Meloni hanno di fatto aiutato Nethanyau ad attuare lo sterminio dei palestinesi a Gaza.
Tutto ciò dimostra come la politica estera italiana e la politica sulla sicurezza sono controllate dalla casa Bianca che approva preventivamente ogni nostra mossa.
Questo è il tradimento più alto di chi si dichiara sovranista. Qui si vive nella menzogna e nell’inganno. In Italia non esiste il sovranismo.
Il prof. Orsini poi analizza chi ha fomentato e favorito questo sterminnio.
Il 19 settembre 2025 Trump ha messo il veto al consiglio di sicurezza dell’ONU su una tregua a Gaza. Fino ad allora ha sempre lavorato per lo sterminio dei palestinesi.
Trump non ha gestito una complessa azione diplomatica come va dicendo, che secondo lui ha portato a questa tregua e alla cessazione delle ostilità.
Diversamente da lui e anche del suo predecessore, invece, sono i paesi arabi che dall’ottobre 2023 vogliono e cercano la pace, anche per non bloccare gli accordi di Abramo firmati da alcuni paesi arabi con Israele durante il precedente mandato di Trump.
Sono i paesi arabi e alcuni paesi occidentali che hanno fatto una complessa operazione diplomatica.
La Francia e l’Inghilterra in Europa hanno fatto manovre diplomatiche contro lo sterminio.
Lo sterminio palestinese è avvenuto perché gli Stati Uniti hanno dato armi a Nethanyau anche prima di Trump.
Quello avvenuto è stato uno sterminio per mano di americani e israeliani messi insieme.
Trump nei suoi mesi di mandato non ha fatto nulla fino a quando Gaza non è stata completamente distrutta.
Trump non è un uomo di pace.
Noi come suo stato satellite dobbiamo però dire il contrario.
Chi di fatto stava sterminando i palestinesi fornendo le sue armi ad Israele si è ora fermato, anche temendo quanto l’opinione pubblica mondiale stava manifestando.
Purtroppo non esiste una soluzione alla corruzione dell’informazione che impedisce ai cittadini di conoscere la verità sulle scelte politiche fatte.
E non è vero che le manifestazioni fatte dal basso in tutto il mondo non sono servite a niente. In questo senso i manifestanti sono stati una concausa alla fine dello sterminio dei palestinesi.
Parlando delle manifestazioni italiane, per esempio, i manifestanti di Livorno sono un problema enorme per la Casa Bianca.
A Camp derby tra Pisa e Livorno esiste forse lo stoccaggio americane di armi più grande del mondo. Pisa è un aeroporto militare nucleare e il porto di Livorno è un punto essenziale per il trasporto di armi. Se viene bloccato il porto per gli americani è un problema enorme perché resta solo l’aeroporto per il transito di armi.
Ecco perché i portuali di Livorno rappresentano un ostacolo importante per le politiche militari americane.
Gli Stati Uniti sorvegliano e spiano gli stati satelliti dove hanno basi militari attraverso le sue ambasciate e consolati. Avviene così anche in l’Italia.
Noi non siamo un paese libero e loro controllano anche le parole dei politici loro amici. Nella nostra politica estera sono controllate anche le nostre parole. Noi siamo controllati dalla Casa Bianca anche nelle parole che la politica usa.
Anche in questo caso si dimostra che l’Italia non è un paese sovranista, ma solo uno stato satellite di quello americano.
È importante per tutti ampliare la propria consapevolezza, cercare fonti giornalistiche e culturali più libere e indipendenti per conoscere la verità.
Dobbiamo avere il coraggio di avviare un dibattito nel paese per spingere chi ci guida ad avere una politica estera rispettosa della nostra libertà, imparando a guardare il mondo con occhi diversi.
Pensieri forti che si muovono in tutt’altra direzione rispetto a quello che vediamo nelle TV, leggiamo nei giornali…
In un momento in cui tutti osannano Trump, parlano di un nuovo futuro grazie alla fine dello sterminio di Gaza, guardare le cose con occhi diversi, con più senso della realtà, senza costruirsi idoli o paladini della libertà, forse può aiutarci a costruire una pace più vera e duratura, dove tutti i popoli abbiano ill loro diritto all’autodeterminazione.
Questo non vuole dire che non sia positiva la fine del conflitto a Gaza, ma solo essere realisti che la strada che porti anche a uno stato Palestinese è lunga e difficile e che non si potrà realizzare con la politica della pace imposta dal più forte..
In questo senso credo che far sentire nelle piazze ancora la propria voce, come quella di questi giorni in Italia e di ieri nella marcia Perugia -Assisi, fare in modo di sostenere i coordinamenti per la pace che sono nati in tutto il paese, costruire percorsi educativi nelle scuole, sono modi di fare pressione anche verso chi ci governa, convinti come siamo che la pace si costruisce così e non grazie a chi ha l’esercito più forte del mondo e cerca di imporre il proprio modo di vivere…
Questa non è democrazia e non porta alla nostra libertà…



