«Riconosco che da parte dei miei colleghi abusi e sviamenti nell’uso delle intercettazioni ci siano stati, ma abusi e sviamenti li definisco cadute di professionalità e per contrastarle c’è lo strumento apposito: la deontologia». A dirlo è il magistrato di Cassazione e consigliere del Csm Giuseppe Maria Berruti, secondo cui «se si pensa che ci sia un abuso nell’utilizzo di uno strumento non si risponde togliendo lo strumento stesso dalle mani dei magistrati o depotenziandolo. È una risposta irragionevole». Intervistato dalla Stampa, Berruti confida ancora nel dialogo. «Spero ancora nella possibilità di metterci tutti intorno a un tavolo e ragionare», afferma. Sui limiti di tempo alle intercettazioni il magistrato, fratello del parlamentare Pdl Massimo Maria, sottolinea che «in via di principio tutti i termini sono arbitrari: magari in un caso 75 giorni saranno più che sufficienti, in un altro sarebbero troppo poco. Possiamo tutti convenire che avere stabilito un tetto uguale per tutti i reati probabilmente non è ragionevole».
Intercettazioni: Berruti (Csm), Ddl risposta irragionevole ci sono abusi, ma per contrastarli esiste la deontologia
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