Il “piano per il Sud” proposto da Berlusconi avrà (immagino)una sua
quantificazione, nel senso che ci sarà poi qualche ragioniere di Stato
incaricato di fare la conta delle briciole necessarie a rabbonire i
nuovi questuanti. Nel frattempo, a noi italiani di età non più verde
(del Nord del Centro e del Sud) il “piano per il Sud” richiama vecchi
telegiornali in bianco e nero e addirittura cinegiornali dall’audio
stentoreo, con casse del Mezzogiorno, interventi speciali, fondi
straordinari, sforzi supplementari, e onorevoli (democristiani e
affini) che tagliano nastri e benedicono
iniziative tra gli applausi di sottoposti e clienti. Una tristezza.
L’unico “piano per il Sud” di una certa diversità, e di una qualche
verve, ha fatto capolino con le confische di capitali ai mafiosi, e con
l’affidamento di quei beni e di quei terreni a tipi tosti come don
Ciotti. Se Berlusconi fosse quel gran dritto che dice di essere,
farebbe quello che la sinistra non avrebbe mai il coraggio di fare:
chiedere a don Ciotti di farlo lui, un “piano per il Sud”. Dell’Utri
non sarebbe contento. Lombardo e Micciché dovrebbero trovarsi un
lavoro. D’altra parte, non è possibile accontentare sempre tutti.
* La Repubblica, 28 luglio 2009



