Alcuni giorni fa a Bastia e Ajaccio, in Corsica, si sono svolte alcune manifestazioni con cui si denunciava lo stato di grave insicurezza derivante da una mafia sempre più pervasiva e violenta. Mentre, infatti, la delinquenza comune non desta particolare preoccupazione, quella mafiosa è particolarmente grave con un’alta percentuale di omicidi.
Secondo un’inchiesta pubblicata a luglio scorso da Le Monde, l’impatto della criminalità organizzata in Corsica e in Francia non sarebbe inferiore rispetto alle altre mafie europee.
Il narcotraffico anche da quelle parti rappresenta l’ambito criminale più interessante con un volume di “merce” notevole se si pensa ai sequestri di oltre 50 ton. di cocaina nel 2024 (un più 130% rispetto all’anno prima), alle 156 ton di droghe nel 2022 e al recente sequestro di circa 10 ton. nel porto di Dunkerque occultate a bordo di un container. Il pericolo di tentativi di penetrazione della mafia in Francia era stato già evidenziato nel gennaio del 1993 in una relazione redatta dalla Commissione d’inchiesta (presieduta da Francois D’Aubert) e presentata al presidente dell’Assemblea Nazionale. Il documento, allora, fu considerato la fonte ufficiale più completa e attendibile per una sintesi sul tema.
In linea generale si sosteneva che la mafia in Francia non avesse messo radici ma venivano registrate alcune “situazioni di mafiosità” a rischio nelle città di Parigi, Marsiglia e Bordeaux. Si trattava, secondo il giudizio della polizia giudiziaria francese, di gruppi relativamente isolati che non avevano un grado di organizzazione sofisticato come quello di Cosa Nostra e, alla fine, risultavano più pericolosi i tentativi di infiltrazione, di colonizzazione, che provenivano dalle organizzazioni transnazionali estere. La situazione più preoccupante, già allora, riguardava la Corsica e certe periferie metropolitane degradate che si caratterizzavano per una diffusa criminalità giovanile.
Nell’isola, con il passar degli anni, si è determinato un fenomeno di “deriva mafiosa” con la magistratura e l’apparato repressivo che non sono riusciti a controllare la situazione, sia perché nel codice penale non è previsto il delitto di associazione per delinquere di stampo mafioso, ma anche per una formazione non adeguata delle forze di polizia. Sulle infiltrazioni di Cosa Nostra vanno ricordate le deposizioni di alcuni pentiti come Leonardo Messina e Antonino Calderone (che, tra l’altro, fu arrestato in Francia), con cui facevano riferimento ad alcune cellule della organizzazione in territorio francese.
Fu anche accertata la presenza di esponenti della camorra come Michele Zaza, detto O’ pazzo (arrestato nel febbraio 1989 e morto nel luglio 1994), il quale aveva organizzato il contrabbando locale di sigarette e di prodotti agroalimentari e risultò titolare di ben trenta società dislocate in America, in Europa e, in particolare, a Saint-Martin.
Quest’isola e altre dei Caraibi, la stessa Normandia, il Principato di Andorra, sono dei veri paradisi bancari e la Francia, in tema di riciclaggio, è ancora piuttosto vulnerabile. Parigi e le sue banche costituiscono, spesso, una tappa delle triangolazioni finanziarie compiute per il lavaggio del denaro sporco.



