La figuraccia di Nordio e il proverbio più adatto

Nordio Camera Almasri

Il dibattito parlamentare sul torturatore libico Almasri ha portato il ministro Nordio a schiantarsi contro un diluvio di giudizi impietosi, tipo (cito alla rinfusa): farsa, scandalo, vergogna, sfregio alla credibilità del paese, caporetto, affermazioni da avvocato difensore del torturatore se non da giudice che lo assolve, in un contesto di informazioni comunque lacunose e contradditorie.

Ma anziché rivolgere a Nordio le sacrosante critiche di sempre, preferisco adottare un registro diverso, ricorrendo ad alcuni proverbi o detti che potrebbero farlo riflettere sul difficile momento attraversato.

Ecco l’elenco.

Resistere, resistere, resistere (do you remember?); “ad impossibilia nemo tenetur” (i miracoli può farli solo Domineddio); nuttata persa e figlia fimmina (l’impegno non sempre corrisponde al risultato voluto); calati juncu ca passa la china (tieni duro in attesa di tempi migliori); “pulvis es, et in pulverem reverteris” (non prenderti troppo sul serio); a ciascuno il suo (mai fidarsi troppo delle apparenze); “ad maiora” (aspirare a risultati sempre migliori).

Nell’elenco si fa largo uso di detti latini, lingua che Nordio usa nei discorsi ufficiali ogni tre per due.

Poi c’è un pizzico di Sciascia e di Camilleri, sperando che ciò aiuti Nordio a superare un certo gap in tema di sicilianità, che lo ha portato a dire per esempio che i mafiosi…. non parlano al telefono.

Infine, a un vecchio Pm come Nordio non si poteva non ricordare la direttiva di un grande magistrato come Borrelli ai tempi di Tangentopoli.

Tutto ciò nella speranza che Nordio, trascinato dall’entusiasmo ministeriale, non si faccia troppo passivamente interprete di disegni che con il buon governo della giustizia hanno poco a che fare.

Trascurare le istanze della magistratura significa ispirarsi al “non ti curar di lor ma guarda e passa”, oppure al detto “aquila non capit muscas” (in volgare…fottitene).

Per un ministro, non è bello.

Fonte: Il Fatto Quotidiano