E’ stato un confronto denso e significativo per il mondo della scuola, il tavolo di lavoro proposto da Libera in occasione della seconda edizione di Contromafie. Presso la sede della CGL abbiamo partecipato ad un dibattito capace di stimolare una riflessione sostanziale sul senso dell’educazione alla cittadinanza in un sistema formativo complesso e mutevole. Milena Santerini dell’Università Cattolica di Milano ci ha suggerito alcuni elementi di riflessione per rendere concreto il nostro impegno educativo.
Uno schema a cui agganciare la progettazione:identità/appartenenza,alterità/relazioni, diritti/dignità, azione/partecipazione sono le coordinate che consentono ad ogni scuola di decidere dove collocarsi, in base ai bisogni del proprio territorio e al contesto storico. Ha sollecitato a non dimenticare che l’ educazione alla cittadinanza può essere insieme interdisciplinarietà, trasversalità e materia a sé stante. Questo, infatti, impone la nuova norma, aspramente criticata dai docenti con interventi lucidi seppur appassionati. E’ importante rivendicare in ogni occasione che non è significativamente trasversale a tutte le materie, non dimenticando che si è cittadini già dentro la scuola .
Prendiamoci lo spazio orario (l’ora di cittadinanza) e usiamolo al meglio, ma non dimentichiamo che l’educazione alla cittadinanza riguarda la progettazione di tutte le discipline . L’alternarsi di relazioni e considerazioni spontanee ha reso il clima caldo e fattivo. Abbiamo condiviso il bisogno di continuità e storicizzazione, la necessità di fare incontrare le storie, l’importanza degli incroci tra realtà locali, nazionali e internazionali.
Con Augusto Cavadi, insegnante di Palermo, abbiamo recuperato una qualificazione fondamentale della educazione alla Cittadinanza, precisando che la vogliamo democratica, costituzionale ed etica. Augusto ha aperto con una proposta metodologica provocatoria, ma efficace : apprendere dalla metodologia mafiosa, individuandone il codice , con i suoi punti fermi, per ribaltarlo . Focalizzare lo nostra attenzione sui valori contrapposti ad esso vale quanto l’antimafia.
Un itinerario possibile di educazione alla legalità è quello che consente agli studenti di conoscere e criticare le norme per trovare il coraggio della disobbedienza proporre riforme e norme più eque. Il lavoro sul tema della Cittadinanza deve mettere in discussione noi, i luoghi e gli ambienti in cui agiamo, in modo che diventino quelli dell’uguaglianza sociale; luoghi di coerenza da trasmettere nella quotidianità e normalità del nostro agire educativo. Dobbiamo, quindi, metterci insieme, riorganizzarci per costruire patti, strutturare reti , individuare e realizzare percorsi condivisi.
Mario Schermi formatore di Messina ci ha invitato a pensare ai dispositivi educativi che costituiscono l’agire di noi formatori .
Quale dispositivo vogliamo che sia la nostra scuola? il disporre educativo impone la necessità d’individuare gli snodi su cui intervenire e riprogettare il dispositivo educativo proprio;snodi come momenti in cui s’incrociano gli interessi e gli obiettivi, il punto da cui costruire il progetto educativo.
E’ stato una giornata di condivisione e di testimonianze che, come sempre sa fare Libera ha motivato e sollecitato soluzioni creative e stimolato il senso critico, fornendo input per ribellarsi al conformismo e all’individualismo. L’esempio del presidio di Asti ha fornito conferme sulla validità di trovare intenti comuni costituendo reti territoriali, che costituiscono la forza per arginare i disservizi territoriali e creare percorsi rispondenti alle necessità del proprio contesto, indipendentemente dai vincoli burocratici .
E’ ciò che si accinge a fare anche Libera.Palermo, con il suo nascente presidio, che ha già individuato elementi di continuità e percorsi concreti che coinvolgono direttamente gli studenti, gli adulti di riferimento e gli EELL da responsabilizzare. E’ sicuramente d’esempio e punto di riferimento la rete nazionale di giovani costituita da Albachiara con l’esperienza dei suoi Campus e la costituzione di una rete di soggetti diversi , come ci ha raccontato Daniela Gaia, formatrice di Pistoia.
Coraggio, quindi nel prendere posizione contro i tagli alle cattedre di Diritto, nel valutare le modalità con cui possiamo costruire l’ autonomia scolastica e gli organi collegiali.. Adoperiamoci per la valorizzazione e il sostegno alla scuola pubblica, opponiamoci ai tagli a scapito delle piccole scuole , costituiamo degli osservatori della regionalizzazione delle risorse.
La cittadinanza attiva parte in primo luogo da noi, dal nostro metterci in gioco, dal saper recuperare gli spazi in cui ridefinire i valori condivisi. “I ragazzi s’incontrano e i problemi s’affrontano, è quello che Don Luigi Ciotti . Vale anche per noi adulti.