Le mani delle cosche sui cantieri dell’A3, 12 fermi

Uomini soli

I carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria nei confronti di 12 presunti appartenenti alla cosca Nasone – Gaietti di Scilla: i fermati sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata dall’aver favorito un sodalizio mafioso. Le investigazioni hanno documentato l’infiltrazione pervasiva della ‘ndrangheta negli appalti per la realizzazione del 6° macrolotto dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria e sono state avviate nel giugno del 2011 a seguito dell’arresto per estorsione di Giuseppe Fulco, 41 anni.  L’uomo era stato arrestato per aver preteso il pagamento di 6.000 euro, corrispondente al 3% dell’intero ammontare dell’appalto (aggiudicato dall’Anas), come condizione assolutamente necessaria alla prosecuzione dei lavori per la realizzazione del tratto Scilla – Favazzina della SS18. Le investigazioni hanno consentito di dimostrare che Fulco, organico alla cosca Nasone-Gaietti, dopo due danneggiamenti perpetrati in danno della ditta si era più volte recato sul cantiere pretendendo il pagamento della tangente. 

Le investigazioni dell’operazione denominata “Alba di Scilla” hanno documentato come l’infiltrazione pervasiva della ‘ndrangheta negli appalti per la realizzazione del 6° macrolotto dell’A3 Salerno – Reggio Calabria fosse realizzata mediante la costante pressione dell’organizzazione sulle ditte impegnate nei lavori, oggetto di ripetuti, continui e numerosi danneggiamenti. Contestualmente ai provvedimento di fermo è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo (art. 321 c.p.p. e art. 104 d.lvo 271/89) di 32 beni immobili tra appartamenti, fabbricati e terreni, di un’impresa esercente attività di bar e pasticceria e conti correnti bancari, polizze assicurative ed altri prodotti finanziari in fase di individuazione per un valore di milioni di euro.