Mafia, assoluzione per Romano: “Non ho mai tradito il mio Paese”

“Ho sempre confidato nella mia assoluzione. Inutile nascondere la mia soddisfazione: sono stato assolto perché il fatto non sussiste”. Saverio Romano, ex ministro dell’Agricoltura dell’ultimo governo Berlusconi a caldo commenta la sentenza di assoluzione dall’accusa di concorso esterno mafioso emessa oggi dal tribunale di Palermo nei suoi confronti.

Il gup Fernando Sestito, dopo quasi due ore di Camera di consiglio, ha assolto infatti l’ex ministro perchè “il fatto non sussiste”, con l’articolo 530 comma 2, cioé la vecchia insufficienza di prove. Un verdetto commentato anche dal procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. “Rispettiamo qualsiasi sentenza del giudice e la consideriamo un atto di giustizia. Si tratta di una sentenza che viene classificata come sentenza di assoluzione, ma con l’articolo 530 secondo cui l’assoluzione avviene per mancanza di prove, per prove insufficienti o contraddittorie”, spiega il magistrato: “Quando parliamo di prove insufficienti parliamo di elementi probatori non idonei a raggiungere la soglia del convincimento al di là di ogni ragionevole dubbio -ha detto- comunque attenderemo la lettura delle motivazioni della sentenza per vedere a quale delle tre ipotesi il giudice ha aderito”. 

Prima della sentenza lo stesso imputato aveva chiesto di parlare in aula: “Signor giudice non ho mai tradito la legge dello Stato italiano men che meno sostenendo quella forza criminale che più di tutti rappresenta l’antistato. Ho una toga che è pulita e spero di poterla consegnare a mio figlio al più presto. Soprattutto, in questi venti anni, ho sempre osservato le leggi e più volte giurato sulla Costituzione. Signor giudice, io amo questo Paese”. 

Parole pronunciate tra le lacrime da Romano, subito dopo che il pm Antonino Di Matteo aveva chiesto nei suoi confronti la condanna a otto anni di carcere, tenuto conto della diminuente per il rito abbreviato. Secondo la Procura Romano avrebbe “stipulato un patto politico-elettorale-mafioso con Cosa nostra” contribuendo “al rafforzamento dell’organizzazione mafiosa”. Inoltre avrebbe anche ottenuto alle Politiche del 2001 “il sostegno elettorale mafioso”.