La prima sezione della corte d’appello, presieduta da Giancarlo Trizzino, ha confermato le condanne inflitte in primo grado all’imprenditore mafioso Salvatore Sbeglia (8 anni), al figlio Francesco (7) e all’ex impiegato della Cram, Vincenzo Tumminia (6), coinvolti in un’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose nella Cram, l’ex Cassa Rurale di Monreale. Gli imputati rispondevano, a vario titolo, di associazione mafiosa, riciclaggio, falso in bilancio e appropriazione indebita. La vicenda si riferiva alla banca considerata una sorta di istituto di credito di Cosa nostra.
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