“Quando interrogai Provenzano capii che il vero boss, nella forma, non era lui. Lo era nella sostanza e lo dimostrano i pizzini con cui dava ordini agli affiliati di tutti i mandamenti. Ma certe decisioni non poteva proprio prenderle, perche’ nella forma il boss era ed e’ Toto’ Riina”. Parla con Sette il magistrato sostituto procuratore dell’Antimafia palermitana Marzia Sabella. Il magistrato spiega: “Dopo Provenzano, Salvatore Lo Piccolo forse ci aveva fatto un pensiero. E’ stato arrestato nel 2007. Matteo Messina Denaro comanda a Trapani. E a Palermo e’ diventato un consigliere carismatico. E’ il pupillo di Riina, ma il capo e’ ancora Riina”. E sull’opinione pubblica che aveva accolto con entusiasmo l’arresto di Provenzano afferma: “Mi pare sia un po’ stanca e distratta su questi argomenti”. Infine, i provvedimenti per far funzionare la giustizia: “Non va riformata la magistratura, vanno migliorati gli strumenti in mano ai magistrati. Va snellito il sistema. I tribunali intasati aiutano la mafia”. (AGI) Mrg
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