Tutti assolti nel processo per mafia che riguardava i rapporti tra pezzi di Cosa nostra e le cosiddette cooperative rosse: la sentenza e’ della sesta sezione della Corte d’appello di Palermo, che ha in parte modificato, in parte confermato la decisione del Tribunale, risalente al 17 aprile di tre anni fa. Scagionati cosi’ l’imprenditore Stefano Potestio, che in primo grado aveva avuto 6 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, Raffaele Casarubea, presidente del “Cepsa” (consorzio artigiani con sede a Partinico) e il dirigente di cooperative Pietro Martino, entrambi condannati in tribunale a cinque anni e sei mesi. Confermata poi l’assoluzione del dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Bagheria, Nicolo’ Giammanco, per il quale in appello la Procura generale aveva chiesto sette anni. Il processo e’ durato piu’ di dieci anni: gli arresti erano stati eseguiti infatti nel settembre del 2000; le indagini era partite un paio di anni prima .
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