OSSIGENO – La sua casa e quella dei giornalisti Sandra Rizza e Riccardo Lo Verso sono state rovistate per ordine della procura di Catania che indaga contro ignoti. Giuseppe Lo Bianco – uno dei tre giornalisti perquisiti a Palermo lo scorso 12 ottobre per ordine della Procura di Catania, alla ricerca di materiale utile a risalire a chi li ha messi a conoscenza del conteuto di indagini su Totò Riina coperte da segreto – non sa immaginare come questa storia può andare a finire. Si limita a dire con cautela che alcuni aspetti della vicenda non riesce ancora a spiegarli. A suo avviso, la prima stranezza è che né prima né contestualmente alla perquisizione gli è stato comunicato di essere indagato.
“Finora io e Sandra (Rizza, la collega con cui ha scritto sul Fatto Quotidiano l’articolo che gli è costato la perquisizione, ndr) non abbiamo ricevuto nulla e non sappiamo di essere indagati”. Il problema, in questo caso non è quello di sostenere le spese legali. “Penso che avremo la tutela legale del nostro giornale, non ce l’ha fatta mai mancare”, dice Lo Bianco. Il giornalista è rimasto molto colpito dalla contestazione dell’aggravante del favoggiamento alla mafia che al momento è a carico di ignoti.
L’INDAGINE – Il procuratore aggiunto di Catania Carmelo Zuccaro ha disposto la perquisizione per far luce sulla fuga di notizie su presunti piani dinamitardi orditi dal carcere da Totò Riina. I giornalisti hanno scritto che la procura di Caltanissetta sta indagando su Riina per capire se il boss possa ancora dare ordini dal carcere in regime di 41-bis, arrivando addirittura ad organizzare un attentato a carico del pm di Palermo Antonino Di Matteo.
La speranza degli inquirenti, a quanto sembra, era quella di trovare nelle abitazioni dei cronisti materiale che li potesse condurre a scoprire la “talpa”, la persona che ha passato ai giornalisti le informazioni coperte da segreto.
Questo modo di procedere è formalmente legittimo, ma oltre ad essere irriguardoso verso i cronisti è contrario ai canoni della giurisdizione europea, poiché le perquisizioni hanno sempre un effetto intimidatorio, scoraggiano la ricerca di informazioni di interesse pubblico, come ha fatto notare la Federazione Nazionale della Stampa Italiana in un comunicato che esprime grande allarme e preoccupazione.
“Perquisire dei giornalisti che hanno riportato notizie, di cui sono venuti a conoscenza sulla base di ricerche e valutazioni di carattere professionale, in un’indagine che richiama reati di tale gravità, pare assolutamente allarmante. Perché continuare a mirare sui giornalisti che hanno invece il dovere di informare su vicende di interesse pubblico di cui sono a conoscenza? E addirittura si può accostare questo lavoro giornalistico a un’attività di favore verso la mafia, quando i cronisti stanno lavorando per offrire notizie al pubblico che risultano anche utili, per la loro portata conoscitiva, a promuovere cultura e interesse sociale per la legalità?”, scrive il sindacato dei giornalisti. “La messa in discussione permanente (è accaduto più volte nell’isola) del segreto professionale dei giornalisti da parte della magistratura diventa oggi elemento di corto circuito piuttosto sgradevole”, conclude la FNSI.
Lo Bianco è ancora scosso dalla perquisizione. “È la prima volta nella mia vita professionale – dice – che subisco una perquisizione. Non è stata una bella esperienza, anche se i cinque carabinieri venuti alle sette e mezza a casa mia hanno fatto di tutto per renderla il meno invasiva possibile, con un atteggiamento civile e comprensivo. Ciò non toglie nulla alla insolita pesantezza di un atto del genere, che l’Europa ormai ha bocciato da anni“.
SOLIDARIETÀ – “La solidarietà, per fortuna, non è mancata. Mi è stata espressa da tantissimi cittadini, da molti amici, numerosi colleghi e da qualche esponente delle istituzioni siciliane. Colgo l’occasione per ringraziarli tutti”, conclude Lo Bianco.
Le perquisizioni a carico dei giornalisti purtroppo non sono rare in Italia. Appena un mese fa c’era stata quella alla redazione di Calabria Ora che ha destato analoghe preoccupazioni e proteste.
MF – OSSIGENO



