“Magistrati killer”: altro che B. è Musumeci

Magistrati

Non c’è limite al peggio. Credevamo che lo scontro politica-magistratura avesse toccato il fondo di volgarità e violenza con Berlusconi. Invece salta fuori oggi un suo epigono che riesce a superarlo.

In un’intervista rilasciata nel 2003 a Boris Johnson, direttore di «The Spectator» e Nicholas Farrel, editorialista de «La Voce» di Rimini, l’allora premier Berlusconi era riuscito a proclamare che “questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana”.

Oggi, un ministro della democratica Repubblica italiana, esibendosi su un palcoscenico della rassegna “Etna Forum” di Ragalna, tira fuori parole che figurerebbero bene nel repertorio di un dilettante dell’avanspettacolo.

Si tratta di Nello Musumeci, che se ne esce sostenendo che “il magistrato ha il compio di fare il killer, la stampa ha il compito di darne notizia” (parole cui segue l’ormai stucchevole argomento del magistrato che fa l’attivista politico). Bum!

Killer è il sicario dietro compenso e su commissione (Devoto-Oli). Berlusconi surclassato da un suo “nipotino”. Roba da non credere!

Ma ancor più incredibile è che nessun esponente del Governo abbia avuto quel minimo di sensibilità che imporrebbe di prendere posizione. Né la premier Meloni, né il garrulo Guardasigilli Nordio, né l’autorevole ex magistrato Mantovano, sottosegretario alla Presidenza, si son presi la briga di dire qualcosa.

In un manifesto che campeggia nel mio studio, Danilo Dolci scrive a lettere cubitali, su un muro di Trappeto, la frase “chi tace è complice”. Di quel pennello e di quella vernice sembra esservi anche oggi un gran bisogno.

Fonte: Il Fatto Quotidiano