Milano, Gip dispone sei arresti: ‘Sull’urbanistica sistema di corruzione consolidato’

Tribunale milano

Nell’ambito delle complesse indagini riguardanti il settore dell’urbanistica a Milano, il G.I.P. presso il Tribunale di Milano, all’esito degli interrogatori preventivi eseguiti in data 23 luglio u.s., ha emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sei indagati, sottoposti uno alla misura della custodia cautelare in carcere e cinque a quella degli arresti domiciliari per i reati di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità.

È in corso l’esecuzione del suindicato provvedimento da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano.

La diffusione del presente Comunicato Stampa è effettuata in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n° 188/2021, ritenendosi sussistente l’interesse pubblico all’informazione, ferma restando la presunzione di non colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, da reputarsi non colpevoli fino alla eventuale sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

Fonte: Procura della Repubblica di Milano


Domiciliari per l’ex assessore di Milano Tancredi e il ceo di Coima

Carcere per Bezziccheri. Domiciliari per altri tre. Non riconosciuta l’induzione indebita contestata a Sala. Cade l’accusa mossa dai pm anche a Stefano Boeri. 

Il gip di Milano Mattia Fiorentini, nel provvedimento con cui ha disposto gli arresti domiciliari per l’ex assessore Giancarlo Tancredi, per il ceo di Coima Manfredi Catella, per Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente presidente e componente della Commissione Paesaggio e per l’ex manager di J+S, Federico Pella, e ha ordinato il carcere per Andrea Bezziccheri, patron di Bluestone, non ha riconosciuto l’accusa di induzione indebita.

Reato che i pm di Milano, nell’inchiesta sull’urbanistica, hanno contestato al sindaco Giuseppe Sala assieme a un falso e all’architetto Stefano Boeri per la vicenda del Pirellino.

Accolta la richiesta dei pm, gli arresti domiciliari per l’ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, Giancarlo Tancredi, e per il Ceo di Coima, Manfredi Catella, indagati nella maxi indagine sulla gestione dell’urbanistica. I provvedimenti sono stati eseguiti dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf.

Da quanto si è appreso, il giudice ha riconosciuto in gran parte l’impianto accusatorio ipotizzato dalla Procura.  Nell’ambito delle “complesse indagini riguardanti il settore dell’urbanistica a Milano”, si legge in un comunicato firmato dal procuratore Marcello Viola, il gip “all’esito degli interrogatori preventivi eseguiti in data 23 luglio”, ha “emesso un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sei indagati, sottoposti uno alla misura della custodia cautelare in carcere e cinque a quella degli arresti domiciliari”. Le accuse contestate dai pm erano “corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità”.

È in corso, si legge ancora, “l’esecuzione del suindicato provvedimento da parte dei Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano”. Il procuratore ricorda la “presunzione di non colpevolezza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, da reputarsi non colpevoli fino alla eventuale sentenza di condanna divenuta irrevocabile”.

L’impostazione accusatoria, esaminata dal gip “alla luce della documentazione prodotta dalle difese degli indagati e delle dichiarazioni acquisite a seguito degli interrogatori preventivi” è stata “validata dal Giudice quanto alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, con esclusione” solo di alcune condotte. “Quanto alle esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di reati il Giudice ne ha ritenuto la sussistenza ed ha valutato che le stesse possano essere soddisfatte con le diverse misure cautelari applicate”. Lo scrive il Tribunale di Milano in una nota.

‘Tancredi pressava per spartire il territorio a favore imprese’

Sull’urbanistica milanese c’era un “consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati” per la “spartizione del territorio edificabile”.

E “corrompendo il presidente” della Commissione paesaggio Marinoni, il vicepresidente Oggioni e “singoli componenti” tra cui Scandurra, “a loro volta influenzabili dai primi e soggetti alle pressioni di Tancredi”, “importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse”.

Lo scrive il gip Mattia Fiorentini nell’ordinanza dei sei arresti.

Fonte: Ansa


Inchiesta Milano, ai domiciliari l’asssessore Tancredi e il patron di Coima Manfredi Catella

Il gip: “Tancredi pressava per spartire il territorio tra le imprese”. In carcere l’imprenditore Andrea Bezziccheri, ai domiciliari altri tre indagati. Il gip non ha riconosciuto l’accusa di induzione indebita al sindaco Sala.

Il gip di Milano Mattia Fiorentini ha disposto altri sei arresti nell’inchiesta sull’urbanistica. In carcere è finito Andrea Bezziccheri, il patron di Bluestone. Sono invece stati posti ai domiciliari, oltre a Giancarlo Tancredi e Manfredi Catella, Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune sciolta lo scorso aprile, Alessandro Scandurra, architetto e componente della stessa Commissione, e Federico Pella, ex manager della società di ingegneria J+S.

Tutti gli indagati sono accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio; Marinoni, Scandurra, Tancredi di false dichiarazioni su qualità personali; Tancredi, Marinoni e Catella di induzione indebita a dare o promettere utilità”. Il Gip ha ritenuto neccessarie le misure cautelari adottate per evitare la reiterazione dei reati, mentre già non erano stati ritenuti sussistenti i pericoli di fuga e inquinamento probatorio.

Nell’ordinanza il gip Mattia Fiorentini scrive che sull’urbanistica milanese c’era un “consolidato sistema di corruttela e commistione tra interessi pubblici e privati” per la “spartizione del territorio edificabile”. E “corrompendo il presidente” della Commissione paesaggio Marinoni, il vicepresidente Oggioni e “singoli componenti” tra cui Scandurra, “a loro volta influenzabili dai primi e soggetti alle pressioni di Tancredi”, “importanti costruttori privati potevano ottenere informazioni, anticipazioni e un occhio di riguardo per le pratiche di interesse”.

Il gip non ha riconosciuto l’accusa di induzione indebita al sindaco di Milano, reato che era stato contestato dai pm. “Prendo atto dei nuovi provvedimenti emessi oggi dalla magistratura. Il Giudice delle Indagini Preliminari non ha ritenuto sussistente l’ipotesi di induzione indebita che parrebbe essermi stata rivolta dalla Procura di Milano. Ciò, del resto, corrisponde alla mia più ferma convinzione di non avere mai posto in essere alcuna azione che abbia avuto finalità personali”. Così il primo cittadino milanese, Giuseppe Sala, in una nota diffusa dal Comune.

Fonte: Rainews


Inchiesta urbanistica Milano, sei arresti. Ai domiciliari anche Tancredi e Catella

In carcere solo Andrea Bezziccheri, imprenditore e patron della Bluestone. Il gip: “Da privati pressioni su Sala per ottenere progetti milionari”. Sindaco Sala: “Il giudice non ha ritenuto sussistente l’ipotesi di induzione indebita che parrebbe essermi stata rivolta dalla Procura di Milano

Sei arresti nell’inchiesta sull’urbanistica a Milano. Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini ha disposto il carcere per Andrea Bezziccheri, imprenditore e patron della Bluestone, mentre gli altri cinque indagati vanno ai domiciliari. Ai domiciliari vanno l’ex assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, il fondatore di Coima Manfredi Catella, Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione paesaggio del Comune, l’ex presidente della stessa Commissione Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella.

Il gip Fiorentini, davanti al quale lo scorso 23 luglio si sono svolti gli interrogatori preventivi, ha emesso l‘ordinanza per i reati di corruzione, falso e induzione indebita a dare o promettere utilità. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano.

Sala: “Continuerò a lavorare con passione per la città”

“Prendo atto dei nuovi provvedimenti emessi oggi dalla magistratura” scrive in una nota il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Il giudice delle indagini preliminari non ha ritenuto sussistente l’ipotesi di induzione indebita che parrebbe essermi stata rivolta dalla Procura di Milano”. “Ciò, del resto, corrisponde alla mia più ferma convinzione di non avere mai posto in essere alcuna azione che abbia avuto finalità personali”, sottolinea il primo cittadino. “Io continuerò a lavorare per Milano, con passione e dedizione” assicura. “Rimane forte la mia attenzione per la fase delicata che sta attraversando Milano e spero che l’ex assessore Tancredi possa chiarire al più presto la sua posizione, nel massimo rispetto delle prerogative della magistratura”, dice Sala.

Gip: “Da privati pressioni su Sala per ottenere progetti milionari”

Per il giudice delle indagini preliminari di Milano Mattia Fiorentini che ha disposto l’arresto per sei indagati, sussistono i “gravi indizi di colpevolezza”, con esclusione di due episodi di corruzione nei confronti dell’ex presidente della Commissione per il paesaggio Giuseppe Marinoni e del progetto ‘Pirellino’ che coinvolgeva, tra gli altri, l’ex assessore Giancarlo Tancredi, Giuseppe Marinoni e l’imprenditore Manfredi Catella. Vicenda che chiamava in causa, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala indagato nell’inchiesta sulla rigenerazione urbana per induzione indebita e falso.

“Quanto alle esigenze cautelari connesse al pericolo di reiterazione di reati il giudice – si legge in una nota del Tribunale di Milano – ne ha ritenuto la sussistenza ed ha valutato che le stesse possano essere soddisfatte con le diverse misure cautelari applicate”. Viceversa non sono state ritenute dal giudice sussistenti le esigenze cautelari per quanto attiene il concreto e attuale pericolo di fuga.

Il sistema messo in atto da alcuni degli indagati nell’inchiesta sull’urbanistica “è così avviato, consolidato e recepito – tanto da essere stato addirittura ‘istituzionalizzato’, con il conferimento, nel gennaio del 2023, del patrocinio comunale allo studio condotto da Giuseppe Marinoni sui nodi e sulle porte metropolitane di Milano – che i privati si permettono di esercitare pressioni sulle più alte cariche istituzionali (compreso il sindaco Sala) per ottenere l’approvazione di progetti milionari, prospettando, altrimenti, una sospensione degli investimenti e iniziative giudiziarie”.

“Il sistema corruttivo è rodato, remunerativo, e da difendere a oltranza. Come emerso in più frangenti – non da ultimo il tentativo di ottenere la promulgazione di una legge dello Stato (meglio conosciuto come decreto ‘salva Milano’) che legittimasse, attraverso interpretazioni autentiche ex post, le ortopedie linguistiche e tecniche poste alla base di titoli edilizi rivelatisi illegittimi, nonché gli inammissibili discostamenti da norme morfologiche cogenti – tutti i soggetti coinvolti nello sviluppo edificatorio cittadino, che fossero professionisti, politici e imprenditori, erano a conoscenza del fatto che le regole edificatorie venivano abitualmente piegate per soddisfare gli interessi degli investitori”, scrive il giudice.

In particolare il gip Fiorentini ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dell’imprenditore Andrea Bezziccheri e di arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Marinoni, Alessandro Scandurra, Giancarlo Tancredi, Pella Federico, e Manfredi Catella. Plurimi i reati contestati a vario titolo di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, false dichiarazioni su qualità personali e di induzione indebita a dare o promettere utilità.

Le indagini della Procura di Milano sull’urbanistica, scrive il gip, “hanno progressivamente restituito un sistema tentacolare e sedimentato, nel quale una parte della classe politica, dei dirigenti comunali, dell’imprenditoria e delle libere professioni – in una commistione inestricabile di conflitto di interessi, mercimonio della funzione pubblica, paraventi istituzionali e propaganda (in termini di rigenerazioni urbane e progetti faraonici) – prospera piegando a proprio uso le regole esistenti, interpretandole capziosamente, ove possibile, o aggirandole in maniera occulta (persino cercando di far approvare dal Parlamento uno scudo di impunità)”.

“Professionisti e imprenditori che dettano le regole (addirittura contribuendo a legiferare) pur di mantenere i privilegi acquisiti – da un lato – e pubblici ufficiali che perseguono i propri interessi privati, subappaltano agli speculatori la pianificazione del territorio, si comportano da commerciali d’azienda e svendono le rispettive prerogative ai migliori offerenti – d’altro lato – rivelano l’esistenza di un fronte comune, che travalica i ruoli dei suoi militanti” aggiunge il giudice.

Nei rispettivi interrogatori preventivi, “nessuno ha ammesso le proprie responsabilità, né tantomeno l’esistenza di un ‘sistema’ quale quello sino a ora descritto. La scelta di tale strategia difensiva – che, sia ben chiaro, è legittima e insindacabile – è tuttavia sintomatica del fatto che nessuno degli indagati abbia voluto prendere le distanze dal meccanismo che li trova, sostanzialmente, accomunati da interessi convergenti, sia sul piano economico, sia su quello politico”.

Fonte: Adnkronos


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