Non sa nemmeno cosa cosa sia una locale di ‘ndrangheta e tutte le persone oggi a giudizio le conosce perché colleghi del mondo dell’edilizia o compaesani. Bruno Iaria, condannato in secondo grado a 13 anni di reclusione perché ritenuto capo della cellula di ‘ndangheta di Cuorgnè, ha accettato di rispondere alle domande di Avvocati e Pm, ma non ha ammesso di appartenere al crimine organizzato.
E’ la prima volta che parla in un aula di tribunale ed è stato chiamato in merito alle dichiarazioni rese da Nicodemo Ciccia, oggi collaboratore di giustizia, per anni suo braccio destro. Nonostante i pm lo ritengano uomo di spicco della ‘ndrangheta torinese – tesi che ha superato il vaglio di secondo grado – ha smentito sia di far parte di questo gruppo criminale che di aver riferito tutti i dettagli che Ciccia ha raccontato in aula
Minotauro: Bruno Iaria parla per la prima volta in Tribunale
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