La campagna Miseria Ladra – promossa da Libera e Gruppo Abele nel 2013 – nasce per contrastare le disuguaglianze sociali e la povertà. Tra le misure che ha proposto negli anni l’introduzione di un reddito di dignità e l’esclusione della spesa sociale dal patto di stabilità europeo. La campagna ha inoltre un’attenzione particolare per i territori, attraverso l’organizzazione di iniziative e momenti di confronto con associazioni, comitati e cittadini. A gennaio 2017 l’esperienza di Miseria Ladra è confluita nella costruzione di un nuovo soggetto: la Rete dei Numeri Pari, promossa con il contributo della Rete della Conoscenza e del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza).
In Friuli Venezia Giulia Miseria Ladra arriva ufficialmente nel 2016, dopo una serie di incontri preparatori svolti nel 2015. La campagna è avviata per fare fronte alle crescenti difficoltà e tensioni sociali che caratterizzano la regione. Stando ai dati ISTAT del 2015, infatti, l’8,7% delle famiglie vive sotto la soglia di povertà. Dato preoccupante rispetto a quello dell’anno precedente: 7,9%. L’Istat certifica inoltre che nel 2014 sono quasi duecentomila (199.973), 16% della popolazione totale, le persone a rischio povertà o esclusione sociale. Di queste quasi trentadue mila (31.962) sono minorenni. Sempre nel 2014, sono 88083 le persone in condizioni di grave deprivazione materiale: seimila in più rispetto al 2013.
Tra i promotori della campagna in regione il direttore dell’Azienda Sanitaria isontina Gianni Cavallini, il sociologo e consulente politico Paolo Tomasin, le operatrici sociali Mariagrazia Susanna e Giuliana Colussi. Tra i soggetti che hanno aderito, sindacati, associazioni, onlus, cooperative, comunità di recupero. Il circolo Arci Misskappa di Udine è stato per il periodo iniziale la sede del coordinamento, prima di diventare a tutti gli effetti centro logistico per le associazioni che si occupano di migranti e accoglienza. L’attività principale che il gruppo ha portato avanti è un audit civico per assicurare la trasparenza nell’assegnazione dei finanziamenti alle cooperative sociali.
Così Mariagrazia Susanna, tra i promotori: “Il nostro non è un controllo, è un percorso collettivo e inclusivo che si pone il doppio obiettivo di denunciare le irregolarità e valorizzare le buone pratiche messe in campo dalle cooperative”. La posizione della Susanna sull’obiettivo dell’iniziativa è chiara: “Vogliamo abbattere lo stereotipo per cui chi si occupa di accoglienza sia renda inevitabilmente complice di un business – commenta – in Friuli Venezia Giulia ci sono dei casi di scarsa trasparenza su cui stiamo indagando, ma il 99 percento delle cooperative usa il denaro dei bandi a scopo sociale, come è previsto che faccia”.
Nello stesso senso va la seconda iniziativa di cui il coordinamento è protagonista: gli attivisti stanno lavorando a un documentario che ha come oggetto le realtà che in regione si occupano di inclusione sociale. I temi della pellicola sono il diritto alla casa e allo studio, la qualità del lavoro, le buone pratiche di accoglienza. “Ci occupiamo di raccontare con un documento i soggetti che lavorano per riscattare le situazioni in cui i diritti vengono negati o violati” commenta Mariagrazia Susanna.
“Il nostro intento – prosegue – è far conoscere questi percorsi per costruire una controinformazione capace di abbattere gli stereotipi e stimolare le persone a lavorare per riaffermare l’uguaglianza sociale”.
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