Nasce il presidio della legalità di Libera

Conferenza
stampa a L’Aquila. Tenda dei Comitati, parco Unicef. Libera presenta
alla cittadinanza e alla stampa il Presidio per la legalità, un gruppo
di “sherpa” che sta scrutando la ricostruzione post-terremoto in
Abruzzo.  Un lavoro non facile in una terra di fatto “militarizzata”.
Continuando un lavoro lungo nel tempo, l’associazione contro tutte
le mafie e Libera Informazione lanciano ufficialmente il presidio.

Il rischio
che oggi si corre in Abruzzo è quello delle infiltrazioni mafiose che
seguono il business  del cemento. Un rischio su cui bisogna vigilare,
nonostante i silenzi dei grandi media nazionali.

A fare il punto
sulla situazione sono Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione,
Gabriella Stramaccioni, direttrice di Libera, Angelo Venti, direttore
di Site.it, e Pietro Orsatti, redattore di Left e collaboratore di Terra.
Già all’indomani del terremoto la macchina dell’informazione si
è messa in moto. Tutti pronti a seguire, anche ossessivamente, il dolore
della gente, i danni del sisma, senza tuttavia porsi interrogativi troppo
impegnativi: perché un terremoto di medie dimensioni ha raso al suolo
un’intera provincia? Di chi sono colpe e responsabilità? Chi si occuperà
della ricostruzione e come? Chi vigilerà sul rispetto della legalità?

I molti “set”
televisivi imbastiti sono scomparsi con la stessa velocità con cui
si sono materializzati. Pochi giornalisti sono rimasti in campo cercando
tra mille ostacoli, divieti, niet e censure di raccontare ciò che sta
avvenendo nelle realtà terremotate. Tra questi la redazione di Site.it,
con il suo direttore, pronti a raccogliere informazioni dal basso facendo
circolare notizie all’interno delle tendopoli. Da questa esperienza
nasce il Presidio di Libera. «Il Presidio servirà a monitorare i passaggi
cruciali della ricostruzione», afferma Pietro Orsatti, uno dei collaboratori
dell’osservatorio. A Paganica, all’interno di un campo di rugby,
sorgerà una biblioteca per bambini che ospiterà anche il presidio
di Libera. Un’esperienza dal basso che vede la collaborazione concreta
dei camalli genovesi, pronti a mettere a disposizione le proprie maestrie;
di un gruppo di imprenditori umbri, pronti a fornire il capitale iniziale.
Un’attività in stretto collegamento con l’associazionismo e con
la cittadinanza. «Un contributo piccolo, ma importante», afferma Gabriella
Stramaccioni, «l’obiettivo di Libera è di aprire gli occhi su ciò
che può accadere, tramite un lavoro di documentazione. Il presidio
vuole essere il motore per la ricostruzione legale dei territori colpiti
dal sisma».

La legalità
nel processo di ricostruzione è un fattore cruciale. Occorre una vigilanza
da parte dei cittadini e della società responsabile per evitare sperperi,
abusi, irregolarità. «Occorre far luce su possibili rischi di infiltrazione»,
rilancia Roberto Morrione, «insediamenti mafiosi sono già attivi e
forti in Abruzzo. Con il business della ricostruzione, seguendo la via
del mattone c’è il rischio concreto che si rafforzino». Le mafie
in Abruzzo. Libera, Libera Informazione e Site.it hanno lanciato e rilanciato
notizie, ben documentate, sulla presenza delle mafie nella regione.
«Già nel 2006 abbiamo iniziato ad occuparci di investimenti sospetti
a Tagliacozzo», ricorda Angelo Venti, «dal lavoro giornalistico svolto
sono partite le indagini del Gico che hanno portato agli arresti nel
2009». L’impegno del presidio, animato da Angelo Venti, già operativo
con la redazione “mobile” a Paganica, è anche quello di supportare
altri giornalisti che intendono approfondire le notizie dalle zone terremotate.
Quei pochi che ne hanno la possibilità, perché fare informazione è
diventato molto difficile. Non si parla, né si scrive delle prime manifestazioni
di protesta dei cittadini, dei comitati spontanei, degli interrogativi
posti, dei ritardi e delle irregolarità. Non si parla del fatto che
gli enti locali sono di fatto esautorati di ogni potere, che la ricostruzione
sarà centralizzata e controllata direttamente ed esclusivamente dalla
protezione civile. «Le tendopoli sono destinate a restare più di quanto
il presidente del consiglio ha reiteratamente affermato nei suoi innumerevoli
viaggi in Abruzzo», denuncia Morrione. «Tutto si gioca sulla questione
degli appalti», aggiunge Gabriella Stramaccioni, «sappiamo che non
sono pubblici. La protezione civile dovrebbe pubblicare la rendicontazione
delle spese, la cui tracciabilità renderebbe trasparente la ricostruzione».
Una richiesta che i comitati dei cittadini hanno più volte fatto senza
però essere ascoltati. «Nonostante il lavoro svolto nell’emergenza,
qualcosa nella protezione civile non funziona», lamenta Angelo Venti,
«non funziona per quel che riguarda le forniture, per quel che riguarda
la relazione con gli enti locali, e per quel che riguarda l’utilizzazione,
o meglio la non utilizzazione delle forze dell’ordine». Sulla stessa
linea d’onda Orsatti e Morrione: esistono delle lacune, delle irregolarità
e la non pubblicità degli appalti rischia di creare un terreno fertile
per le mafie.

La presenza
di un pool di magistrati della Direzione nazionale antimafia è un segnale
forte, che deve però essere rafforzato dai fari accesi dai media e
dalla vigilanza della società. Il presidio per la legalità servirà
quindi per raccordare la stampa, le associazioni affinché non si abbassi
la guardia sul grande gioco della ricostruzione, mantenendo viva l’attenzione
e aiutando concretamente le vittime del terremoto.