L’occupazione di Gaza, tutti i dubbi dell’esercito. Si teme un «effetto Vietnam». Oltre la riprovazione quasi generale del mondo occidentale. Già una ventina di Paesi arabi condanna il piano israeliano di occupazione della Striscia. Al Jazeera: ‘Uccisi due nostri reporter e tre cameraman’. In migliaia a Tel Aviv manifestano per la fine della guerra.
Gaza, tutti i dubbi dell’esercito che teme un «effetto Vietnam»
«‘Una grande desolazione. Solo case distrutte e sabbia’. Il colonnello Davide Verdolini da Amman parla al rientro dalla prima missione italiana di sgancio degli aiuti umanitari sulla Striscia, dove due milioni di persone devono conquistarsi il giorno in più. Dalla desertificazione di Gaza alla grande folla di Tel Aviv, le immagini dicono del contrasto e della divisione interna». Cronaca di Nello Scavo su Avvenire.
Israele lacerato
A Gerusalemme alcune bande di fondamentalisti ebrei hanno preso d’assalto i manifestanti pacifici. L’esercito è intervenuto per trascinarli via. E non è un buon segnale la violenza tra israeliani, rileva l’inviato. I familiari degli ostaggi fanno una proposta che da queste parti fino a ieri sarebbe stata considerata sovversiva: «Bloccare e boicottare dall’interno l’economia israeliana». Rivolta sempre più estesa contro la destra sovranista, razzista e messianica al potere.
In politica la stessa ferocia armata
Ilana Gritzkovsky, sopravvissuta alla prigionia di Hamas e compagna dell’ostaggio Matan Zangauker, davanti alla folla di decine di migliaia di persone riunita a Tel Aviv. Indossava il numero ‘673’, il numero dei giorni di guerra e prigionia. Lei e molti altri ad implorare politica e militari che la priorità sia la liberazione degli ostaggi e non una scusa per fare altro. «Il tempo sta per scadere per tutti i 50 ostaggi. Altri combattimenti li metteranno in pericolo ancora maggiore», ha detto ricordando le immagini degli ostaggi inviate dagli aguzzini nei giorni scorsi.
Dall’invasione all’occupazione
Netanyahu ripete che se Hamas accettasse la resa, non ci sarebbe nessuna evacuazione di massa dal Nord e nessuna invasione per prendere l’85 per cento della Striscia, con la differenza che stavolta sarebbe una occupazione e non solo un’invasione, con migliaia di bocche da sfamare a carico di Israele, come prevedono le norme quando si passa allo stato di ‘potenza occupante’. Anche se il rispetto delle regole internazionali da parte di Israele appare una presa in giro. Ma non è solo per questo che da Tel Aviv a Gerusalemme si litiga lasciando trapelare il dissenso.
La ferocia politica e i generali
Il generale Zamir, che il disappunto per le derive di Netanyahu non lo nasconde più, usa parole da politico consumato. Impiega il futuro, e questo a Netanyahu non piace, perché niente ai vertici di Israele è certo. L’Idf sta «lavorando al nuovo piano – ha affermato Zamir –. Approfondiremo la pianificazione, ci prepareremo al massimo livello in tutti i suoi aspetti, ha affermato. «Man mano che la guerra si evolve, l’Idf agirà per salvaguardare la vita degli ostaggi, consentire alle forze di riposarsi per rafforzare la resistenza e operare secondo i valori e lo spirito dell’esercito», ha aggiunto il capo di Stato Maggiore.
‘Valori e spirito dell’esercito’
Un riferimento a «valori e spirito dell’esercito», che la politica aggressiva del governo stanno dilapidando, assieme alla vita di decine di migliaia di palestinesi ma anche si centinaia di soldati. Tutta la distanza possibile senza rifiuto d’obbedienza, da una operazione che costringerebbe i militari alla guerra macerie per macerie, tra rovine e migliaia di palestinesi comunque armati che farebbero della guerra contro l’occupazione completa di Gaza, il Nord il Vietnam contro le loro delle forze di terra già logore, temono gli strateghi militari.
Tempo e uomini
Serviranno altri 200mila riservisti per attuare il piano militare di occupazione totale della Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano Haaretz, i calcoli del capo di stato maggiore prevedono tempi molto lunghi di preparazione e di reclutamento. Tre mesi almeno, prima di lanciare l’invasione finale. Il suo studio di fattibilità alla riunione del gabinetto di sicurezza ha causato l’ira del premier Netanyahu e del ministro Smotrich, che hanno giudicato i dati esagerati e i tempi troppo lunghi.
Israele in rivolta, Gaza inferno
Intanto decine di migliaia di israeliani manifestano contro l’occupazione della Striscia, mentre le famiglie degli ostaggi hanno lanciato una proposta di sciopero generale. Einav Zangauker, madre di uno dei prigionieri a Gaza ha minacciato Netanyahu: «Se conquisti parti della Striscia e gli ostaggi vengono uccisi, ti daremo la caccia nelle piazze, alle elezioni, in qualsiasi momento e luogo». A Gaza undici persone sono morte di fame nelle ultime 24 ore, e numero totale dei decessi per stenti a 212, tra cui 98 bambini. Negli ultimi giorni quattro palestinesi sono morti schiacciati dai pacchi di aiuti lanciati dal cielo.
Usa oltre Netanyahu
Axios ha parlato di un incontro a Ibiza tra l’inviato di Usa Steve Witkoff e il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. «Con la Striscia di Gaza inondata di aiuti umanitari, la campagna di inedia di Hamas sta svanendo», ha affermato una fonte israeliana. Hamas pronta ancora ad una trattativa, sostiene qualcuno, mentre altri affermano il contrario: «Hamas non ha interesse a chiudere il conflitto dopo che Netanyahu sta cadendo nella loro trappola. Ci vogliono attirare sul terreno, sanno che moriranno, ma uccideranno decine e decine dei nostri».
Assassinii come ‘azione di guerra’
La pressione israeliana è diretta, ma in passato non ha dato frutto. Come quando vennero uccisi i figli di Hanyeh, il capo dell’ufficio politico di Hamas in Qatar. Era l’aprile 2024, e un oltre un anno dopo la guerra non è conclusa. Ieri due nipoti del capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, sono stati uccisi in un attacco israeliano a Gaza. Secondo il Times of Israel stavano tagliando legna da ardere per cucinare, quando sono stati travolti dai bombardamenti israeliani.
Ora, Israele dovrà schierare almeno 60mila uomini, nonostante lo stesso Hanyeh sia stato ucciso a Teheran da un’operazione israeliana.
Dentro le mura di Gaza
Intanto le notizie che arrivano da dentro le mura di Gaza sono quelle di ogni giorno. Civili uccisi, bambini feriti, ressa per gli aiuti e i dubbi di chi non sa se attendere l’ordine di evacuazione e seguire l’esempio di chi già si è messo in cammino per tentare di trovare un riparo a Khan Yunis e magari afferrare qualche pacco di quelli paracadutati dall’alto. Una ventina di Paesi arabi hanno condannato oggi il piano israeliano parlando di «pericolosa escalation».
Isolamento e genocidio
Per Tel Aviv una pessima notizia. Netanyahu sperava di affidare a una amministrazione araba la gestione di Gaza, che richiederebbe aiuti e soprattutto soldati e soldi. Ma nessuno per ora vuole impantanarsi nel Vietnam di Netanyahu, che potrebbe esplodere non solo a Gaza, ma più vicino di quanto il governo sovranista, razzista e messianico di Netanyahu avesse preventivato.
Fonte: Remocontro



