Oltre Setola, gli affari bipartisan dei rifiuti in Campania

Parole & mafie Roma

Giuseppe Setola, il cieco, il cocainomane, la primula rossa che per dieci mesi ha terrorizzato la Campania. Il suo gruppo di fuoco lascia sangue a fiumi sulla strada ma la sua non è la storia solo di uno spietato killer: dietro la sua figura si intrecciano le storie dei vecchi boss e dei nuovi pentiti, messi alle corde dalla violenza che ” ‘O Cecato” ha dimostrato di possedere. E allora cominciano a parlare, raccontando una Campania violata e una camorra ancora capace di farsi sentire e sempre alla ricerca di affari che in maniera bipartisan il tessuto politico ed economico ha saputo offrirgli. Ne abbiamo parlato con l’autrice, la giornalista Daniela De Crescenzo del quotidiano “Il Mattino” di Napoli.

‘O cecato, storia di un spietato killer, Giuseppe Setola, come mai un libro su di lui?

Perché Setola in dieci mesi non solo ha messo a ferro e fuoco la Campania, ma ha dato il via ad un effetto domino: quando arriva Setola in Campania alcune vicende salgono alla ribalta perché da lui provocate. Vassallo, ad esempio, si pente perché ha paura di lui. Non ha un ripensamento di tipo morale, ma incoraggiato dalla famiglia capisce che la vita non può continuare. Uscito dal business dei rifiuti, dopo aver avviato un albergo è ora costretto a passare dalla parte dello Stato. Inoltre Setola uccide Michele Orsi: questo vuol dire colpire  militarmente gli imprenditori dei rifiuti.

Segno che anche lui era nel mirino, però Vassallo prima si era pentito …

Vassallo si pente il primo aprile 2008 (l’omicido Orsi risale a giugno 2008). Quando lui sente dell’arrivo di Setola, capisce che si deve mettere in salvo solo pentendosi. Nei dieci mesi di azioni infatti le azioni di Setola sono state eclatanti: uccide Michele Orsi, uccide Domenico Bidognetti, padre del pentito, poi la strage di Castelvolturno.

Nonostante un titolo formalmente centrato su Setola, parallelamente nella narrazione si sviluppa la storia di Vassallo. Forse questa è la parte pulsante del libro, una storia parallela, che spiega le implicazioni della figura di Setola?

Sicuramente. Il titolo del libro è una provocazione, partendo dagli arresti domiciliari concessi a Setola perché si era finto cieco, ho deciso di usarlo per far partire la vicenda da questo assurdo. Detto questo, invece, la storia parallela, di Gaetano Vassallo, è una storia più complicata. Io ho iniziato a leggere i verbali di Vassallo perché era interessante capire cosa avesse da dire su camorra e rifiuti, argomento che già da vent’anni i pentiti hanno trattato. Quello che secondo me è rimasto un po’ in secondo piano è che la camorra riuscisse a fare soldi non solo con i rifiuti tossici e illegali, ma anche con quelli legali. E questo per me era incomprensibile, in quanto da più di dieci anni, per i rifiuti, in Campania c’è il commissariato di Governo. Che concentra tutto. Quindi mi chiedevo come si riuscisse una ditta della camorra ad infiltrarsi in un tessuto che era, in teoria, strettamente vigilato.

Che quadro ne esce nel rapporto tra gestione rifiuti e camorra?
La cosa terribile è che lo Stato diventa socio della camorra. Adesempio il caso Eco4.  Per gestire l’emergenza rifiuti si creano deiconsorzi dei Comuni, che innanzitutto devono supplire alladisponibilità di uomini e mezzi. I comuni consorziati provvedono afare assunzioni (2100 persone inizialmente) che finiscono perammontare a più di diecimila persone. Tutte le discariche dellacamorra chiudono e tutti i loro dipendenti passano nei consorzi. Cosafanno prima di chiudere? Assumono parenti, amici, gregari. Ma la cosanon si ferma qui. I consorzi di bacino non solo gestiscono lediscariche ma anche gli impianti accessori. Avviene una saldaturaterribile; Eco4 è un esempio clamoroso di come non solo lo Statodiventi socio della camorra ma lo diventi anche con il consenso di tutti.Perché Eco4 è una società partecipata dal consorzio Ce 4  e da un’impresa dei fratelli Orsi, la Flora ambiente che vince la gara truccando il bando e privilegiando le società formate da giovani donne e gli Orsi hanno delle figlie femmine alle quali intestano l’impresa.Nasce così Ce 4 destinata a  provvedere alla raccolta in tutti i 18 comuniche ruotano intorno all’area Casertana. Al Vertice di Ce4 c’è Giuseppe Valente (in quota FI) che è socio di Michele Caiazzo (ds) e Giacomo Gerlini (ds) in un’altra partecipata, Impregeco, che detiene anche azioni do Ce 4. Si realizza così un intreccio a mio parere perverso. Ma dal punto di vista delle amministrazioni gestire un consorzio significa poter fare assunzioni e avere un bacino elettorale. Non a caso tutti i comuni sciolti della Campania, indipendentemente dal colore politico, sono coinvolti in questo tipo di gestione.

Nessuna bandiera politica quindi per la camorra?

Nessuna preferenza. Chi è l’unico amministratore che assolutamente non vogliono. Renato Natale, mica perché è di sinistra, ma perché non vuole fare affari con loro. La distinzione che loro fanno è in base alla disponibilità a fare affari con loro.

Elementi della vicenda tocca anche aspetti nazionali, come il caso Cosentino…

Si parte dalle amministrazioni locali ma questi politici non si fermano lì, crescono anche grazie a un bacino elettorale di primo piano. E poi abbiamo i casi nazionali come Cosentino, Landolfi. Per Cosentino l’accusa è quella di essere il regista occulto di Eco4, l’accusa fondamentale. Le accuse a Landolfi sono più complesse: di aver utilizzato voti della camorra e di essere legato a Cipriano Chianese, avvocato,  sotto accusa per legami coi Casalesi. E ci sono poi le accuse relative al comune di Mondragone, comune natale di Landolfi, nel quale il peso del politico sarebbe stato determinate.

Tornando a Setola, quali i compiti del suo “lavoro”?

Mettere a tacere i pentiti, e in questo fallisce, ed estendere capillarmente il racket. Doveva far capire alla gente di CastelVolturno e dell’Agro che Bidognetti comandava ancora. E quindi uccide per esempio  Domenico Noviello.

Setola, killer da notizia in prima pagina, ora arrestato. A chi dice che il suo arresto lascia però importanti pezzi dei Casalesi, ben più importanti di lui, liberi?

Ci si muove per stanare Setola perché é l’emergenza. Ma le indagini su Iovine e Zagaria vanno avanti. Quando stanno per bloccare Setola, pensano che sia Iovine. E invece trovano “O Cecato”. La cosa sconcertante è che la latitanza questi la fanno spesso a casa loro. Sandokan mica viene preso in un rifugio a cento metri da casa. Il problema è che hanno un controllo del territorio tale da permettersi una latitanza casalinga. Insieme al grande consenso sociale che consente di avere ai camorristi una rete di protezione fittissima. Segno che da spezzare è quel nodo economia politica affari che garantisce l’esistenza stessa di questa rete.

Come mai uno stile cronachistico e una scansione del libro per giornate?

Sono partita dalle intercettazioni. Utile per capire l’humus di base, il loro mondo. A volte sono anche “divertenti”: ti fanno capire un mondo che è terribile . Io volevo raccontare con metodo diretto, quello che c’è interno a questo scandalo e che ambenti crei. Mi interessava il loro modo di vedere il mondo. In qualche modo il camorrista consuma la sua vita come noi consumiamo oggetti. Sono disposti a mettere in palio la loro esistenza. Loro lo sanno, ma è un rischio quasi naturale. Il problema non è vivere, ma consumare,
con voracità, la loro vita nel modo più rapido.