“Onoriamo le vittime. Diamo voce agli invisibili”

Flavio Lotti

“Dopo il lutto, niente. Tutto come prima. La strage in Afghanistan che  il 17 settembre ha fermato l’Italia è stata archiviata senza batter  ciglio. Dopo il tempo dell’emozione e del cordoglio, doveva venire il tempo della riflessione e della politica. E, invece, nulla. Nessun speciale, nessun dibattito politico, nessun approfondimento che  aiutasse gli italiani a capire realmente cosa sta succedendo in Afghanistan, cosa dobbiamo fare per mettere fine a quella tragedia  prima di essere costretti a piangere nuovi morti. Niente di niente. Alla faccia dei principi del giornalismo, dei doveri del Servizio  Pubblico radiotelevisivo e del Contratto di Servizio che ci lega alla  Rai. Nella nostra TV, pubblica e privata, c’è spazio solo per la  propaganda. Quella che abbonda nelle retrovie di ogni guerra, si  dovrebbe dire. Anche se, in Italia, dobbiamo fare finta che non sia così.

Per questo, la manifestazione di sabato deve essere anche una grande  manifestazione per la pace e per un’informazione di pace. Perché  quello che è accaduto nelle nostre TV da quel 17 settembre ha recato  un grave danno alla nostra democrazia e ha leso i nostri diritti fondamentali. Perchè la propaganda di guerra è vietata dal diritto  internazionale dei diritti umani e dalla nostra Costituzione. Perché  la Rai deve diventare uno strumento di pace. Perchè non c’è pace senza  un’informazione di pace. E senza un’informazione di pace non c’è neppure una politica di pace. 
In questo senso, la manifestazione del 3 ottobre non è per qualcuno ma  per tutti. Per tutte le vittime di questa guerra che vogliamo ricordare e  onorare, italiane e afgane. Per tutte le vittime di tutte le guerre  che si continuano a combattere nel mondo nel cinismo e  nell’indifferenza generale. E per tutti gli invisibili. Per tutte  quelle persone, popoli, problemi, tragedie umane, guerre, conflitti,  ma anche storie positive, idee, valori, progetti e proposte che  vengono sistematicamente oscurati e cestinati dai nostri media.
Pace e informazione sono due beni fondamentali in pericolo. Pace e  informazione sono due dei temi più importanti di cui ci dobbiamo  occupare per l’avvenire. Se vogliamo averne uno.
La manifestazione del 3 ottobre deve segnare, in ciascuno di noi, un  cambio di mentalità e una nuova assunzione di responsabilità.”