I protagonisti della giornata della XVI giornata della Memoria e dell’Impegno sono stati loro: i tanti giovani umbri giunti da tre diverse scuole della provincia per ricordare le 900 vittime delle mafie in questo Paese. I ragazzi hanno ricordato – con rappresentazioni teatrali, musica e
canti – le figure di Roberto Antiochia, Giuseppe di Matteo e Peppino
Impastato. L’iniziativa pubblica è stata promossa dal Consiglio regionale dell’Umbria. La Regione Umbria, infatti, è stata la prima regione ad aver istituito per legge, già dallo scorso anno, il 21 marzo come “Giornata della Memoria e dell’Impegno” in memoria delle vittime delle mafie. L’incontro è stato realizzato su iniziativa della Commissione sulle infiltrazioni mafiose e ha visto la partecipazione attiva di molte associazioni umbre. Durante la giornata, Liberainformazione, Legambiente, Sos impresa, Cittadinanza attiva, Menteglocale, associazioni convocate in Commissione antimafia lo scorso 27 gennaio hanno depositato, come richiesto, la loro relazione sullo stato delle infiltrazioni mafiose e dell’impegno antimafia in Umbria. Un documento che è stato utile a fare un quadro provvisorio ma preciso delle varie facce con le quali le organizzazioni si stanno manifestando nella regione.
Il pm Duchini: «C’è mafizzazione dell’Umbria»
Un fatto, quello delle infiltrazioni mafiose in regione, più vicino ai cittadini di quanto non si pensi. Il sostituto procuratore presso la Dda perugina, Antonella Duchini, relatrice all’incontro, ha infatti affermato: «Le mafie operano ormai in una dimensione globalizzata ed internazionale e sono presenti e ramificate ovunque con evidenti interessi nei settori della prostituzione, della droga, dello sbarco degli immigrati. Questo e’ vero anche per l’Umbria che non e’ piu’ l’isola felice citata ancora da qualcuno» . Parole importanti e chiare sono giunte proprio da chi – per il lavoro che svolge ogni giorno in questa regione – ha la possibilità di raccontare quale siano, alla luce delle indagini e dell’attività di intelligence, i settori maggiormente a rischio per le infiltrazioni, soprattutto di natura economica, delle organizzazioni criminali nel tessuto socioeconomico umbro. «In questo terrorizzante scenario internazionale, l’Umbria – ha continuato – in quanto considerata dalle stesse organizzazioni mafiose un territorio appetibile perche’ non a rischio al pari della bassa Toscana, e’ diventata meta finale della tratta degli esseri umani: qui vengono concentrati elementi pericolosi veri e propri criminali per organizzare ad esempio la prostituzione sulle strade. C’e’ poi il fenomeno della infiltrazione economica, con una presenza suo territorio umbro diffusa, radicata e non episodica.Umbria non e’ per nulla episodica, come sento spesso dire – conclude la Duchini – anzi, assistiamo a una progressiva mafizzazione del territorio umbro». La Duchini si è più volte rivolta ai giovani, esortandoli a denunciare «non deve passare inosservata una virgola di soprusi nei concorsi pubblici, negli appalti – ha affermato».
La relazione delle associazioni umbre*
Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione ha presentato il rapporto sulle infiltrazioni criminali e mafiose in Umbria stilato congiuntamente da Libera informazione, Legambiente, Sos impresa, Cittadinanzattiva e Menteglocale. La relazione ha messo insieme le denunce e analisi presentate già durante l’audizione presso la Commissione antimafia regionale lo scorso 27 gennaio. (scarica qui il rapporto). Libera informazione ha incluso nella relazione un estratto del dossier in corso di aggiornamento “Il covo freddo” che sarà pubblicato a breve. Morrione ha presentato il rapporto scritto a più mani e affermato «da questa relazione emerge il grande pericolo che gli interessi criminali rappresentano per la nostra democrazia, a partire dai diritti calpestati ma coinvolgendo direttamente e svuotando anche parti essenziali dell’economia e dello sviluppo. La Commissione parlamentare antimafia, la Direzione antimafia, le inchieste della magistratura e le operazioni di polizia hanno accertato che l’Umbria è divenuto un crocevia in cui appaiono società in mano alle mafie e agli affiliati della criminalità mafiosa: la penetrazione di interessi criminali ha coinvolto vaste zone della regione. Dai dati e dagli studi emerge la validità della teoria del ‘covo freddo’: l’Umbria come crocevia del riciclaggio, base di smistamento, afflusso e consumo di droga, prostituzione e usura». Non solo analisi e denunce della situazione attuale, ma soprattutto proposte per il futuro, per un’antimafia responsabile e concreta. «Proponiamo una integrazione nei percorsi dell’amministrazione regionale contro le infiltrazioni mafiose che rappresenti una innovativa fusione partecipativa tra politica, amministrazione pubblica, cittadini e organizzazioni per i diritti civili – ha infatti dichiarato il presidente di Libera informazione» . I numeri del rapporto sono significativi come anche l’impegno e la disponibilità offerta in questi anni dalla vasta rete associazionistica in umbra per informare e sensibilizzare, insieme alla stampa e tv, su questo fenomeno, in una regione sostanzialmente a lungo estranea». Nel rapporto Ecomafie 2010 di Legambiente, ad esempio, vi sono dati preoccupanti che riguardano il territorio umbri, con gestione illegale dei rifiuti (evidenziata dalle operazioni che hanno coinvolto Perugia, Castel Viscardo, Trevi, Orvieto e Terni), ciclo del cemento (l’Umbria si piazza al quarto posto tra le regioni italiane, con Perugia al 20° e Terni al 32° posto tra le 110 Provincie italiane), cementificazione e devastazione del territorio. Sos Impresa rimarca – invece – che usura, racket ed economia sommersa ed estorsione si presentano come manifestazioni evidenti di una rete criminale organizzata, con società finanziarie di natura molto sospetta che operano con tassi sospetti ed esosi. Il monitoraggio effettuato stima in oltre 40 le reti attive nel mercato del credito a nero, con circa 3 mila persone coinvolte in rapporti usurai che movimentano circa 200 milioni di euro l’anno. Per Cittadinanzattiva ben il 23 percento dei capitali investiti in Umbria non passa attraverso gli sportelli degli istituti di credito e gli appalti al massimo ribasso rappresentano un settore con notevoli criticità. L’associazione Menteglocale ha messo in campo un data base al quale attingere ora e in futuro per una seria rassegna stampa sull’argomento. Un archivio digitale che rappresenterà la base e la memoria costantemente aggiornata di tutto quello che la stampa locale (fortemente impegnata in questa direzione) racconta di questi fenomeni di mafie e illegalità sul territorio umbro. Uno strumento a portata di mano, per i cittadini, le scuole, le associazioni coinvolte.
*(Liberainformazione, Legambiente, Sos impresa, Cittadinanza attiva, Menteglocale)
Verso un Osservatorio regionale sul fenomeno mafioso
La giornata è stata l’occasione anche per far incontrare giovani e istituzioni. Eros Brega, il presidente del Consiglio regionale, nel suo intervento, ha ricordato la frase di John Fitzgerald Kennedy, trovata sulle tasche di Paolo Borsellino dopo la sua barbara uccisione e che recitava: ‘”gli uomini passano, le loro idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” – ricordando anche che «nemmeno l’Umbria è immune da infiltrazioni di criminalità organizzata» e incitando ad una maggiore collaborazione fra cittadini e istituzioni su questo fronte. «Qualche giorno fa abbiamo celebrato i centocinquant’anni di storia nazionale – ha detto Fabrizio Bracco, assessore regionale alla cultura: un bene che per essere difeso richiede atti di legalità, di tutte le forze dell’ordine, dei giudici, dei poliziotti, come dei commercianti più a diretto contatto con le organizzazioni mafiose e di tutti noi cittadini. Troppi hanno pagato con la vita il rispetto della legalità, il loro sacrificio è servito a difendere l’Unità nazionale e le istituzioni intese come garanzia della stessa
società». E’ l’attuale presidente della Commissione regionale d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose a guardare un po’ più in là. «E’ in atto da tempo una profonda trasformazione delle organizzazioni mafiose – ha affermato Brutti. Non c’è più il vecchio taglieggiamento dei mercati. Si è passati al controllo totale del traffico nazionale ed internazionale soprattutto della droga che sta producendo da anni quantità di denaro, inimmaginabile per i capimafia di ieri, da reimpiegare ovunque in attività illecite. E’ la mafia dei colletti bianchi, ben descritta nell’ultimo rapporto della Procura nazionale antimafia». La Regione si è detta disponibile a sostenere la nascita di un Osservatorio sulle infiltrazioni mafiose in Umbria di comune accordo con il mondo associazionistico già impegnato in questi percorsi.



