
13.50 L’udienza è conclusa
13.30 Entra in aula l’ultimo teste della giornata, Michele Monreale, operatore di Rtc. Racconta di essere arrivato a Rtc nel 1987 come aiuto operatore, poi nell’ultimo periodo di Rostagno sono stato operatore, ero io che facevo le immagini al processo Lipari e poi altri servizi. Qualche giorno prima, tornando dal fare un servizio stavamo andando a Rtc guidavo io e stavo prendendo la dorsale Zir ma Mauro mi disse “prendiamo da via Virgilio, questo è un episodio che col senno di poi mi fa chiedere perchè prendemmo da qualle strada?. Lui mi disse “vediamo più gente….magari ho pensato poi dopo il delitto che era per la sua sicurezza fare un’altra starda ma non so se aveva mai ricevuto minacce. Durante il processo Lipari ricordo due episodi uno me lo ha riferito Di Malta che Agate gli disse di riferire a quello con la barba di non dire minchiate. In altra occasione Agate rimproverò Di Malta per avere ripreso la figlia che era in aula. A me queste cose sono state riferite non le ho sentite sebbene io ero con Di Malta in aula lo vidi andare verso Agate e parlare con lui quando tornò gli chiesi cosa gli avesse detto. Sul primo episodio però non sono certo che fu di Malta a raccogliere quello sfogo contro Rostagno da parte di Agate. Pm del Bene chiede: Rostagno sapeva usare telecamera? Io non l’ho visto mai usare videocamera – risponde l’operatore di Rtc. Avv. Galluffo: per un periodo la stanza Rostagno non la chiudeva a chiave, lo cominciò a fare qualche tempo prima della sua morte. Domanda del presidente Pellino: lei accompagnò il suo collega Di Malta a fare riprese dall’alto in elicottero per operazione militare? non credo io su un elicottero salii anni dopo quando ero a Telesud. Pellino continua con un ultima domanda su possibili minacce a Rostagno. Monreale risponde: “appresi della morte di Rostagno mi chiamò a casa mio responsbaile tecnico Rocco Messina che dovevo andare subito in sede perchè avevano sparato a mauro io avvisai da un’altra emittente locale dove c’era gianni di malta e siamo andati a Rtc io sono andato all’obitorio dove ho fatto anche il riconoscimento della salma perchè non c’erano parenti….a Rtc vide l’ ufficio di Rostagno? la porta era aperta o chiusa? non ricordo risponde il teste c’era confusione”
13.00 Domande avv. Vezzadini (difesa di Virga) sul fatto che di mafia di parlava a Rtc, chiede se conosce un giornalista di nome Bologna. Si, Tele Scirocco risponde Vizzini, era una tv diffusa aveva una collocazione molto prudente, non affrontava molto questi temi. A Scirocco si affrontavano temi di politica, di attualità? “Tele Scirocco era una tv importante, Bologna giornalista attivo e combattivo, ricordare 30 anni fa è difficile ma era una Tv molto presente ed era più diffusa rispetto a Rtc. Vezzadini chiede se Bologna andava a parlare di mafia in tv. Non ricordo e se non ricordo è forse perché non ne parlava. Domanda su Chinisia, c’è mai stato in quegli anni? No – dice Vizzini – so dove è ma non ci sono stato. Ingrassia (avvocato difensore di Virga) chiede ancora su aereo Chinisia e su difesa del Pci da attacchi esterni. Presidente Pellino chiede delucidazioni su intervista a proposito del bilancio parallelo, Vizzini racconta che Rostagno diede notizia della sua interpellanza all’Ars, che nessuno aveva citato. Aereo a Chinisia: lei informò il gruppo dirigente Pci e riferì notizia che suscitò allarme, come apprese la notizia? Io potevo anche non dirla l’ho detta per dare un quadro su Trapani il fatto non assunse rilievo di un fatto straordinario che si memorizza è un dettaglio che sommato ad altri fatti percepisce che c’è una situazione di tensione….purtroppo non ricordo chi me ne parlò….penso qualcuno che abitava lì….non era una persona importante, il fatto finì lì…oggi questi fatti assumono rilievo sarei contento di potere dire chi fu a parlarmene….credo che fosse un abitante della zona.
12.58. La corte sta rientrando
12.40. Udienza sospesa
12.20 Di mafia a Trapani non se ne doveva parlare. “Ne parlai con l’allora procuratore di Trapani Lumia e il procuratore lo vidi contorcersi sulla sedia”. Era un fatto culturale. L’Avv. Esposito chiede se Rostagno le parlò mai di avere visto un aereo che scaricava armi. Vizzini: io non posso ricordare una chiaccherata di 22 anni fa….io non ho dubbi ho parlato di questo con Rostagno. Io riferii la cosa al partito, anche Mauro Rostagno parla di traffici segreti questa cosa dell’aereo non mi sembrava una forzatura.
11.36 Iside 2: ricorda di altri nomi iscritti chiede l’avv. Lanfranca, che rappresenta una delle parti civili del processo. Nella loggia riservata c’erano personaggi selezionati che erano pregiudicati ma anche alti funzionari del Comune qualcuno che aspirava a fare il deputato e non ci riuscì. C’era Calabrò uomo coinvolto attentato giudice Palermo, persone con curriculum solido con precise credenziali. Riconosco a Rostagno il merito di avere portato a conoscenza dei trapanesi fatti che non sarebbero stati conosciuti con campagna seria e insistente, sulla commistione di interessi tra politica e massoneria sono state dette cose essenziali, altre tv e altri giornali hanno taciuto. L’avv. Lanfranca cita intervista in tv fatta da Rostagno dove l’on Vizzini parlava di alleanze oscure che tornano e di vento di normalizzazione. Massonerie segrete e deviate sono state trovate anche altrove ma l’unico commissario che ha pagato è stato Montalbano che a Trapani aveva scoperto la Iside 2 – dice Vizzini. A Trapani Cosa nostra è stata legalizzata – continua Vizzini – in quegli anni ’80 c’era un sindaco che diceva che la mafia a Trapani non esisteva. In Sicilia le distinzioni ben nette venivano fatte: c’era chi diceva che parlare di mafia diffamava la Sicilia ma l’esistenza non veniva messa in discussione, a Trapani invece non si muoveva foglia se non c’era di mezzo la mafia dagli appalti alle assunzioni, se non si accettano regole non c’è nulla da fare il Pci piccola mionoranza si opponeva e non eravamo in grado di far nulla. A Trapani il malaffare è connaturato e quando c’era da uccidere un magistrato lo uccidevano. C’è in questa città una grande cappa di oblio…..anche adesso. Domanda del pm Paci sulla struttura “Gladio”. Vizzini risponde “come Pci avevamo la sensazione di essere osservati da qualche organizzazione e in modo illegale. In particolare che qui a Trapani ci fosse una attività che attenzionava noi lo avevo capito c’erano stati segnali specifici sulla presenza di un aereo che portava armi. Il Pm osserva
che di Gladio se ne parla nella prima volta nel 1991. E quindi chiede quando con Rostagno si parlava di queste cose di cosa si parlava di preciso. Vizzini: “Ho detto di una attenzione antica del mio partito radicata di guardarsi attorno erano anni difficili, segnati da forte contrapposizione e discriminazioni. Io non sapevo che si chiamasse Gladio o diversamente ma parlavo di attenzioni che erano su di noi a Trapani a Palermo su La Torre.
11.20 In aula l’on. Ino Vizzini, ex deputato regionale Pci. Avv. Lanfranca inizia la deposizione. Deputato regionale dal 1976 al 1991 eletto a Trapani, segretario Pci nel 1966 e 1967 – dice Vizzini – conosco Traopani abbastanza bene, impegnato qui per lunghissimo periodo. Qui incaricato da Pio La Torre: “non avevo bisogno che l’amazzassero per dire che era una persona di valore”….Ho conosciuto Rostagno, il nostro era un rapporto politico nella dimensione trapanese. Lui aveva un rapporto nuovo con il Pci aveva un rapporto di dialogo di confronto e questo rapporto si estendeva con un gruppo di persone della federazione. Non c’era l’obiettivo di portare Rostagno nel Pci ma di creare un’area progressista e di cambiamento. Trapani è una città particolare, c’è la stagnazione, il controllo della vita pubblica molto forte, il nostro proposito era rivolgerci alle forze che avvertivano necessità di cambiare per aggregarle. Trapani in quegli anni ’80 era dominata da un potere visibile, se uno non ha la capacità di vederlo diventa un potere occulto ma non era così era un potere che dominava tutto e alla luce del sole informazione attività pubblica informazione affidata a voci canoniche, se dovevo parlare di mafia nessuno mi ospitava, se volevo parlare di Roma erano a disposizione ma per parlare di Trapani non c’era accoglienza. E questo non avveniva solo in campagna elettorale, avveniva ogni giorno era la regola. Rostagno invece ti cercava per discutere anche in contraddittorio in polemica, era un giornalista di quelli che fanno le domande non era come i giornalisti di oggi che non fanno le domande. Erano in tanti ad avvertire la necessità di un tipo di giornalismo e di una persona come Rostagno. Vizzini continua la deposizione: se volevo parlare di mafia, fatti amministrativi, Tele Scirocco (altra tv a Trapani all’epoca) non mi invitava, Roistagno e Rtc si. Io ho partecipato a Rtc a diverse trasmissioni fino a due giorni prima che venisse ucciso…una intervoista sull’interpellanza a proposito di bilancio parallelo del Comune di Trapani, importo di 25 miliardi di lire, questo debito venne fuori perchè una legge nazionale obbligava a denunciare debiti fuori bilancio e qui cominciò un balletto incredibile impressionante sulle cifre di questo bilancio parallelo. Rostagno ne parò in tv, avvertì molto il rilievo della cosa, all’epoca c’era Canino deputato Dc di Trapani e assessore enti locali da me invitato a fare ispezione a Trapani, Canino scappò dall’Ars per non parlare e sono passati anni perché si discutesse di questo argomento in Parlamento. Vizzini parla adesso dell’interpellanza sull’Ente Teatro di Marsala, Mothia ’88 costo 1 miliardo e mezzo di lire. “Ci fu una indagine della magistratura il presidente dell’Ente Teatro Licari consigliere comunale socialista tentò di corrompere due carabinieri fu arrestato, una storia tirata fuori da Rostagno, la mia interpellanza fu successiva. Rostagno era capace di far venire il “bruciore allo stomaco”ad alcuni, ma con garbo e intelligenza. A Trapani avvengono cose gravi di livello nazionale come l’ attentato giudice Palermo, la presenza della loggia massonica “Iside 2” e Rostagno in quegli anni conduceva una campagna persistente: si occupava del delitto Lipari, ad esempio. Dobbiamo essere grati a Rostagno ha svolto un lavoro utile per noi poteva fare il giornalista come gli altri….cosa gliene veniva……? Io escludo che la mafia uccida qualcuno senza dargli avvertimenti, Rostagno ha resistito anche a questi avvertimenti, gliene sono grato ha fatto qualcosa utile anche per me.
10.40 Avv. Crescimanno chiede informazioni in merito alle indagini sul delitto Calabresi (Commissario di pubblica sicurezza ucciso a Milano negli anni ’70, ndr). “Lui era fuori dalla grazia di Dio per l’arresto di Adriano Sofri, mi aveva manifestato l’intenzione di andare a Milano. La mia visita a Trapani è successiva alla comunicazione giudiziaria da lui ricevuta, lui era sorpreso sia per coinvolgimento suo, sia per l’arresto di Sofri. Rostagno non riteneva che Sofri e compagni potessero avere responsabilità nel delitto Calabresi lui aveva intenzione di rispondere alle notizie che venivano date sulle indagini per dire che non erano vere. L’accusa era quella di una riunione dell’esecutivo di Lotta Continua per decidere il delitto Calabresi, lui voleva reagire dicendo che la notizia data come vera era grottesca. Domanda dell’avvocato, Vito Galluffo, difensore di Mazzara in merito al lavoro di Rostagno: “Oggi non ricordo – risponde – di cosa parlammo mi parlò di cose specifiche ma non ricordo”. Domande della Corte: Salvatore Vassallo giornalista di Rtc ha riferito di avere appreso da lei di uno sfogo di Rostagno con lei circa la situazione di Marsala, è cosi? Io ricordo che qualche tempo dopo la morte di Mauro andai a Marsala per fare un servizio, certo l’idea mi venne dalle parole di Mauro. L’oggetto dello sfogo? Non ricordo più, adesso non lo ricordo più. La questione di Marsala era legata a un giro di coca e che riguardava la Saman di Marsala. Non sapevo che vi fosse una sede di Saman a Marsala. Il presidente legge dichiarazioni di Vassallo che riferiscono di sue parole. “Non credo – dice Marcenaro – non sapevo nemmeno dell’esistenza di Saman a Marsala”. Io scrissi un articolo sul senatore Pietro Pizzo e sull’Ente fiera del Mediterraneo ma di altro su Marsala non ho scritto; è un articolo del 1988; qualche mese dopo la morte di Rostagno, dicembre 1988. Avv. Galluffo chiede di potere avere copia dell’articolo che il teste Marcenaro mostra di possedere. Al pm Del Bene: smentisco dialogo con Vassallo in quei termini io non sapevo proprio che esistesse una comunità Saman a Marsala. Avv. Lanfranca….A proposito dell’articolo legge che scrisse lì del figlio di Vito Mazzara che era consigliere comunale del Psi a Custonaci, punto di riferimento di Pietro Pizzo.
Ore 10.00 In aula come testi Andrea Marcenaro, Michele Monreale e on. Ino Vizzini. Ha inizio l’interrogatorio del primo teste, Andrea Mercenaro. Andrea Marcenaro è un giornalista. “Ho conosciuto Mauro Rostagno, perchè mlitavamo nel movimento studentesco prima e nella stessa organizzazione politica dopo, Lotta Continua, conobbi Mauro bene per l’attività svolta in Sicilia, io ero a Catania, Mauro a Palermo. Mauro aveva responsabilità regionale. Negli anni tra il ’74 e il ’76. Mauro non l’ho poi rivisto in modo regolare certamente ci siamo visti a Roma, poi lui andò in India, quando tornò ci vedemmo a Saman nell’agosto del 1988, venimmo qui a Saman io, mia moglie e mio figlio passammo due tre giorni a Saman. Parlammo della sua attività persona contenta impegnatissima il lavoro che stava facendo fatto con grande entusiasmo mi portò a Rtc, ci vedemmo forse un mese 25 giorni prima del delitto, era difficile non farsi colpire da Mauro rispetto a qualsiasi cosa facesse l’attenzione che lui metteva era l’attenzione che metteva nelle cose che gli interessavano davvero e il lavoro a Rtc e quello a Saman mostrava tutti questi segnali, la questione antimafiosa era il centro del suo impegno. Mi accennò a una serie di rapporti che manteneva con fonti istituzionali che gli garantivano flussi di notizie importanti ma non scendemmo nel dettaglio, mi parlò dello scandalo del quale si stava interessando dell’Ente Fiera del Mediterraneo di Marsala”. Marcenaro continua: mi portò Mauro a Rtc, in giro per la telev
isione, chiacchierammo del tempo che lì lo impegnava lo faceva a tempo pieno il giornalista, ero lì quando lui fece in diretta un intervento non ricordo su cosa. Mi presentò qualche ragazzo che lavorava con lui…parlammo dei servizi che faceva ma non ricordo di qualcuno in particolare, ricordo del suo entusiasmo accompagnato però da una tensione seria. Marcenaro riferisce di un colloquio dal quale emerge questa consapevolezza durante un viaggio in macchina da soli senza altri familiari, Mauro mi fa capire che il lavoro che svolge lo svolge con entusiasmo ma non è spensierato rispetto a possibili ritorsioni, rifletteva seriamente sulla possibilità che questo lavoro potessero sfociare in situazioni pericolose è un fatto che ho colto ma che non posso completare con situazioni precise. Marcenaro parla di atteggiamento e sensazione netta. Mauro era consapevole che lui da giornalista stava rappresentando una novità per Trapani. Era talmente evidente l’aspetto di novità del lavoro di Mauro che si capiva immediatamente – dice Marcenaro – mi ricordo che chiaccherando con le persone queste si mostravano molto colpite del lavoro di Mauro che accendeva l’interesse della città. Questo era clamorosamente evidente. Marcenaro risponde adesso alla domanda del pm, Del Bene sul giornalismo di Rostagno. “Certamente abbiamo visto dei servizi suoi, il linguaggio usato era quello di Mauro: colto e vivace, molto diretto. Ho davanti a me la sua faccia in tv, abbiamo visto il suo lavoro lì. Domanda dell’avv. Esposito per Saman. Risposta: “Io e Mauro eravamo molto amici – risponde Marcenaro – non mi parlò mai di preoccupazioni legate ad ambiente di Saman, ho conosciuto Cardella in quel periodo, Mauro non mi parlò mai di contrasti con lui, seppi da Chicca che c’erano stati dei contrasti con Cardella per la gestione di Saman ma non più di questo. Adesso interviene l’Avv. Greco che al processo rappresenta la parte civile del sindacato dei giornalisti, alla sua domanda risponde così: “Non ricordo se i contrasti con Cardella li seppi mentre ero qui o dopo ma quei contrasti per come mi furono riferiti erano dovuti a scontri di personalità; Mauro e Cardella erano uomini dalle forti personalità”. Interviene l’avv. Crescimanno, per l’Ordine dei giornalisti (Parte civile del processo) e Marcenaro risponde: “Cardella l’ho conosciuto solo venendo qui, magnifici invece i rapporti con Chicca Roveri”.