Provenzano in latitanza anche a Perugia

Secondo il quotidiano lanazione.it/umbria/cronaca/2012/05/05/707628-Provenzano-era-latitante-a-Perugia.shtml”>“La Nazione”, edizione Umbria, il capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, dopo l’operazione sotto falsa identità a Marsiglia, sarebbe stato latitante a Perugia. La notizia è firmata dal  giornalista Claudio Lattanzi, già autore di un libro sulle infiltrazioni criminali nella regione. Lattanzi seguendo il filo dell’inchiesta di Daniele Camilli sulle mafie a Viterbo, rintraccia attraverso una insolita rete di notizie sul boss di Cosa nostra, arrestato nella primavera del 2006, una testimonianza della presenza di “Binnu “Provenzano proprio nel capoluogo perugino.   Mentre tutta Italia lo cercava, dunque, il capo della mafia “sommersa” nato nel 1933 a Corleone, si sarebbe mimetizzato (sebbene il suo identikit capeggiasse un giorno si e l’altro pure in quegli anni in tv e giornali …) nel tessuto imprenditoriale umbro, attraverso una finta attività di cameriere al bancone, in un locale nel cuore del centro storico perugino. Un rifugio insolito in una attività un po’ troppo esposta al pubblico per un capomafia ricercato da 43 anni e arrestato poi in un covo nelle montagne corleonesi.
La testimonianza che attesterebbe, secondo Lattanzi, la presenza del capo corleonese a Perugia, datandola nel 2003, è stata rilasciata da quello che oggi è un giovane professionista laziale, all’epoca studente nel capoluogo umbro. «Ricordo bene l’aprile del 2006 quando vidi in tv un servizio sull’arresto di Provenzano. Saltai sul divano per lo stupore. Si trattava infatti della stessa persona che avevo conosciuto nel 2003 in un locale di Perugia che frequentavo abitualmente e il cui titolare era all’epoca un uomo del sud molto espansivo e col quale avevo un rapporto di cordialità». Anche con il suo dipendente, l’ex studente ricorda di essersi spesso intrattenuto – scrive Lattanzi. «Di quell’uomo mi aveva colpito l’età avanzata (all’epoca aveva 70 anni, ndr), mi sembrava strano che un pensionato si dedicasse a un lavoro di fatica. Per il resto era una persona cordiale con un chiaro accento siciliano, molto sulle sue. Parlava più che altro se gli si rivolgeva la parola e ricordo che abbiamo scambiato battute e commenti vari». L’11 giugno 2003 l’ex studente, che aveva l’hobby della foto ed era solito girare per Perugia con la macchinetta analogica, scattò una foto al titolare del locale e a quell’uomo. «Quando andai a sviluppare la foto ebbi la conferma di quanto mi era sembrato di vedere mentre scattavo, cioè che quella persona aveva di colpo alzato una mano per coprirsi il volto».
Il professionista ex studente ha raccontato la storia nella trasmissione «Funamboli di Notte», trasmessa dall’emittente viterbese Radio Verde i cui conduttori Daniele Camilli, Simone Carletti e Roberto Pomi- Camilli, autore di un’inchiesta sulle penetrazioni mafiose a Viterbo, è stato il primo a vedere la foto scattata nel locale perugino e l’ha sottoposta a un alto dirigente di polizia che non ha escluso possa trattarsi proprio del capo della mafia. I tre giornalisti lavorano da anni anche sull’inchiesta per la morte del medico siciliano, Attilio Manca, avvenuta proprio a Viterbo.
Le informazioni in possesso del giovane professionista andranno chiaramente verificate ma se fossero confermate contribuirebbero a ricostruire un pezzo del percorso della “dorata” latitanza, fatta di tanti “appoggi” e zone d’ombra per l’ultimo boss dei Corleonesi. E il mistero avvolge anche la morte del medico, che si sospetta operò Provenzano a Marsiglia di tumore alla prostata, con tecnica Laparoscopica (fra i pochi in Italia a saperla praticare): Attilio Manca. Urologo originario di Barcellona Pozzo di Gotto, Manca, è deceduto poco dopo in uno strano “suicidio” nel viterbese, dove lavorava presso l’ospedale. Le indagini su questo suicidio – delitto sono ancora aperte ma la verità non sembra vicina (clicca qui per conoscere meglio il caso di Attilio Manca)
*Fonte della notizia: La Nazione Umbria
Stasera ore 22 su Rainews a cura di Maurizio Torrealta uno speciale sull’arresto di Bernarado Provenzano. 
L’ARRESTO DI PROVENZANO E ATTILIO MANCA
conduce MAURIZIO TORREALTA
Una nuova inquietante ipotesi sta nascendo sull’arresto di Provenzano. Ne discutono Giuseppe Lo Bianco, giornalista de Il fatto quotidiano, Giuseppe Casarrubea, storico, Fabio Repici avvocato della famiglia Manca e il giornalista dell’unità Rocco Vazzana