Quando Gelli dava soldi alle toghe di destra

Licio gelli

Secondo Nordio, “il signor Gelli” – promuovendo la separazione delle carriere oggi votata dal governo Meloni – in sostanza diceva nient’altro che la verità.

Il linguaggio (signor Gelli) con cui il ministro, quasi confidenzialmente, si rivolge a un personaggio la cui attività è stata dichiarata eversiva da una Commissione parlamentare d’inchiesta è decisamente inadeguato.

Ma ancor più inadeguato è che un ministro dimentichi che il “signor Gelli” – nel programma della loggia segreta P2, sciolta per legge nel gennaio 1982 – sosteneva che «per la Magistratura esiste già una forza interna (la corrente di Magistratura indipendente dell’ANM) che raggruppa oltre il 40% dei magistrati italiani su posizioni moderate”. Per cui “è sufficiente stabilire un raccordo sul piano morale e programmatico ed elaborare una intesa diretta a concreti aiuti materiali per poter contare su un prezioso strumento già operativo all’interno del corpo».

E non era un mero progetto perché, proprio per l’adesione alla P2 e per avere, tramite il suo “maestro venerabile”, ricevuto finanziamenti, è stato radiato dall’ordine giudiziario, con sentenza 9 febbraio 1983 del CSM, Domenico Pone, che di Magistratura indipendente era, all’epoca dei fatti, segretario generale.

Un ministro, che ha giurato sulla Costituzione democratica della Repubblica, dei misfatti del “signor Gelli” dovrebbe tener conto ancora oggi: e non sdoganarlo come di fatto è avvenuto.

Fonte: Il Fatto Quotidiano